Il ministro della Salute: "In manovra 200 milioni per il personale medico e 80 milioni per il personale sanitario del comparto"

Stop a “lungaggini burocratiche, ritardi e inefficienze”: il tema è “invertire il fenomeno delle liste d’attesa” così da garantire “risposte in tempi brevi ai bisogni di salute dei cittadini”. Dal convegno Fnomceo, la Federazione degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, in occasione dei 45 anni del Servizio sanitario nazionale, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, annuncia la “volontà” di istituire “una autorità dedicata al monitoraggio dei tempi di attesa delle singole prestazioni, con un flusso di dati che siano solidi chiari e trasparenti”. “Attualmente – ha affermato Schillaci – non ne disponiamo”.

Le liste d’attesa rappresentano “la maggior violazione del diritto alla salute – ha affermato il ministro – e abbiamo inserito diverse misure nella manovra“. Tra queste Schillaci ha ricordato i 520 milioni messi a disposizione delle Regioni “da utilizzare per l’abbattimento dei tempi di attesa”. “Fondi – ha sottolineato – che sono vincolati al raggiungimento di questo obiettivo preciso affinché non accada più quello che abbiamo visto per i fondi assegnati nel 2022 circa il 30% delle risorse sono state utilizzate non per abbattere le liste d’attesa, ma per altre esigenze”.

Nella bozza del Ddl Bilancio, è contenuta anche una norma in base alla quale per “far fronte alla carenza di personale sanitario nelle aziende e negli enti del Servizio sanitario Nazionale (SSN), di ridurre le liste d’attesa e il ricorso alle esternalizzazioni” arrivano 200 milioni per il personale medico e 80 milioni per il personale sanitario del comparto, per ciascuno degli anni 2024, 2025, 2026, per l’incremento delle tariffe orarie per le prestazioni aggiuntive. La bozza prevede anche che le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possano coinvolgere le strutture private accreditate. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono utilizzare una quota non superiore allo 0,4 per cento del livello di finanziamento indistinto del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato per l’anno 2024.

“Le risorse da sole non bastano – ha concluso Schillaci – per il nostro Sistema sanitario nazionale dobbiamo rivedere i modelli organizzativi che sono datati e non più corrispondenti ai tanti cambiamenti intervenuti nella società e nel mondo sanitario”

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