Nevi (FI): "L'aumento della cedolare secca è assolutamente inaccettabile"
Continuano le tensioni all’interno della maggioranza sulla manovra: Forza Italia si oppone all’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi e punta a discuterne nella riunione di maggioranza convocata per lunedì. “L’aumento delle tasse in generale e quelle sulla casa in particolare per noi di Forza Italia è assolutamente inaccettabile. Non a caso l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi non compare nel programma del centrodestra e non è stato mai discussa in maggioranza. Se si decidesse di andare avanti vorrà dire che Forza Italia presenterà emendamenti alla manovra e li sottoporremo alla votazione del Parlamento. Ma chiaramente siamo disponibili come sempre ad una discussione di merito durante la riunione di maggioranza già convocata per lunedì. La speranza è che non si deroghi dal metodo che ci siamo dati di discutere prima e procedere celermente alla approvazione della Manovra”, ha scritto in una nota Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia e vicecapogruppo vicario dei deputati azzurri.
Mulè: “Storture nella bozza, aspettiamo testo definitivo”
“L’introduzione della tassazione al 26% sugli affitti brevi per Forza Italia è una cosa che va evitata, lo stesso dicasi per il divieto di vendita degli immobili ristrutturati con il bonus 110%, per i quali è ventilato l’aumento della tassazione sulle compravendite. Anche la percentuale della rivalutazione delle pensioni che sono cinque volte la minima è da discutere“, ha detto a sua volta Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, intervenendo a ‘Zapping’ su Rai Radio 1. Il parlamentare azzurro ha poi aggiunto: “Visto che ancora non è stata presentata la legge di bilancio ufficiale stiamo parlando di ipotesi, per quanto mi riguarda in parte non ricevibili, ma pur sempre ipotesi. Laddove, poi, dalla lettura della manovra definitiva emergessero degli elementi contrari al programma del centrodestra bisognerà intervenire: parlo di emendamenti correttivi, perché se ci dovessero essere delle contraddizioni rispetto al patto con cui ci siamo presentati agli elettori, in tal caso li presenterò”. Quanto alle pensioni minime Mulè ha sottolineato che “quelle che vogliamo aumentare sono quelle delle nonne e delle mamme, come ci ha chiesto Silvio Berlusconi, che oggi prendono poco più di 600 euro e che non hanno modo di produrre reddito: mi sembra doveroso vista l’inflazione galoppante e il caro prezzi nella proiezione di un approdo ai 1.000 euro entro la legislatura”.
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