La premier ad Acqualagna, in provincia di Pesaro e Urbino, per la firma dell'accordo per la Coesione tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Marche
La premier Giorgia Meloni ha commentato l’astensione dell’Italia sulla risoluzione Onu sul conflitto in Medio Oriente tra Hamas e Israele. “Era la scelta più equilibrata tra le posizioni possibili”, ha dichiarato la presidente del Consiglio ad Acqualagna, in provincia di Pesaro e Urbino, durante il punto stampa dopo la firma dell’accordo di Coesione tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Marche.
Concentrati su crisi umanitaria e liberazione ostaggi
“Siamo concentrati soprattutto nel tentare di frenare una crisi umanità aria che c’è a Gaza, e sul tema della liberazione degli ostaggi”, ha aggiunto Meloni che ha poi spiegato: “Siamo anche su questo in costante contatto con tutti gli attori interessati e speriamo che ci possano essere delle novità aggiunge – Sarebbero molto importanti per arrivare a una de-escalation”. “Stiamo cercando di coordinandoci con i nostri alleati di esserci per combattere una crisi umanitaria che impatta su civili inermi che non hanno responsabilità – ha continuato la premier – È importante anche dare dei segnali che offrano una traccia su cui lavorare anche a paesi terzi e che rafforzino la nostra possibilità di avere un ruolo grazie alla compattezza e all’unità”, ha concluso.
Acqualagna, firma dell’accordo per la Coesione tra il Governo Italiano e la Regione Marche. Seguitemi in diretta. https://t.co/xUQ9epyLBJ
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) October 28, 2023
Schlein: “Errore Italia non votare risoluzione Onu”
Occorre “fare ogni forzo per evitare altre vittime innocenti tra i civili, evitare uno strage umanitaria” e “credo che sia stato un errore per l’Italia ieri non votare una risoluzione approvata all’Onu per una tregua umanitaria”, ha invece detto la segretaria del Pd Elly Schlein, ospite dell’Assemblea di Azione a Roma, parlando della crisi in Medioriente. “Colpire e fermare Hamas – ha sottolineato – non può tradursi in una punizione collettiva di 2milioni di persone che vivono nella Striscia di Gaza. Dobbiamo continuare a tenere acceso il faro del rispetto del diritto internazionale”.
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