La bozza del provvedimento: premio di maggioranza assegna il 55% dei seggi alle liste collegate al premier
È terminata a palazzo Chigi anche la seconda riunione di maggioranza organizzata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per fare il punto sul tema delle riforme istituzionali per l’introduzione del premierato. Il Ddl costituzionale, secondo quanto si apprende, ha avuto l’ok da parte della maggioranza e venerdì sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri.
Capo dello Stato non potrà più sciogliere una sola camera
Nella bozza, di cui LaPresse ha preso visione, si legge che il presidente della Repubblica non potrà più sciogliere una sola delle Camere del Parlamento. Il testo prevede che, al primo comma dell’articolo 88 della Costituzione, che recita “il presidente della Repubblica può, sentiti i loro presidenti, sciogliere le Camere o una sola di esse”, siano soppresse le parole “o anche una sola di esse”.
Elezione diretta premier con premio maggioranza
La bozza prevede l’elezione diretta del premier con un turno unico e un premio di maggioranza per garantire la governabilità. L’articolo 92 della Costituzione viene infatti sostituito da una nuova formulazione: “Il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio e dai Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per la durata di cinque anni. Le votazioni per l’elezione del Presidente del Consiglio e delle Camere avvengono tramite un’unica scheda elettorale. La legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che un premio assegnato su base nazionale garantisca ai candidati e alle liste collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri il 55 per cento dei seggi nelle Camere. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è eletto nella Camera nella quale ha presentato la sua candidatura”.
Capo dello Stato nomina ministri su proposta premier
Il capo dello Stato manterrà il potere di nominare i ministri su indicazione del premier eletto. Nel testo si legge: “Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri“.
In bozza anche la norma ‘antiribaltone’
C’è inoltre una norma ‘antiribaltone’ per impedire la formazione di maggioranze politicamente diverse rispetto a quella che ha appoggiato il premier eletto direttamente dai cittadini. Nel caso di premier sfiduciato e dimissionario, infatti, il capo dello Stato potrà assegnare un nuovo incarico solo allo stesso premier eletto alle urne o a un parlamentare della maggioranza che ne attui il programma votato dagli elettori. Andando a modificare l’articolo 94 della Costituzione, il testo aggiunge un nuovo comma: “In caso di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio, il Presidente delle Repubblica può conferire l’incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento al Presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all’indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il Governo del Presidente eletto ha chiesto la fiducia delle Camere”, si legge.
Nel testo anche lo stop alla nomina dei senatori a vita
Secondo quanto si apprende da fonti di governo, nel testo è previsto tra le altre cose lo stop dell’istituto della nomina di altri senatori a vita, e non vengono toccati i poteri del presidente della Repubblica.
Salvini: “Norme di buon senso, stop a governi tecnici”
“In arrivo venerdì in Consiglio dei ministri una riforma di buonsenso. Niente governi tecnici, ribaltoni, cambi di maggioranze e partiti al governo, niente nomine di nuovi senatori a vita. Il voto degli Italiani conterà finalmente di più”. Così su X il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, commentando l’intesa nella maggioranza sul premierato.
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