La presidente del Consiglio: "Senza figli più poveri, a rischio il welfare"

Famiglia e natalità al centro dell’agenda del governo Meloni. Lo ha sottolineato la presidente del Consiglio nel videomessaggio inviato all’iniziativa dal titolo “La maternità (non) è un’impresa”. “Noi abbiamo davanti una sfida importante e, ovviamente, ne siamo consapevoli. La denatalità affligge tutta l’Europa e non solo e in Italia un certo clima culturale ha contribuito a spingere giù la curva demografica. Per decenni c’è stata molta disattenzione nei confronti della famiglia e, mentre altrove si correva ai ripari, da noi parlare di sostegno alla natalità sembrava quasi essere un tabù. Ecco, noi abbiamo infranto quel tabù, abbiamo messo la famiglia e la natalità al centro della agenda di Governo” ha sottolineato la premier. “Lo abbiamo fatto – ha spiegato – nonostante le poche risorse che avevamo a disposizione: con questa legge di bilancio, con quella precedente abbiamo messo in campo un pacchetto di provvedimenti che vale complessivamente oltre due miliardi e mezzo di euro. Chiaramente non è sufficiente, lo sappiamo bene, però la direzione tracciata, è chiara e disegna una visione. Siamo anche consapevoli, però, che il Governo da solo non può farcela, che serve l’aiuto di tutti, a partire da chi, come voi, si rimbocca le maniche ogni giorno per creare posti di lavoro, per produrre ricchezza e benessere per la propria Nazione”.

“Senza figli Italia più povera”

“Desidero ringraziare tutti i rappresentanti del mondo dell’impresa e del lavoro che hanno accolto l’invito del Governo e sono presenti oggi al Tempio di Adriano per sottoscrivere un documento che io considero di grande importanza, una vera e propria alleanza tra Istituzioni e aziende per un’impresa a misura di mamma e a misura di bambino” ha aggiunto Meloni nel videomessaggio. “Futuro e investimento sono le parole chiave di questo patto – ha sottolineato –. Nessuno meglio delle nostre aziende sa quanto sia importante fare investimenti produttivi e quanto sia importante scommettere sul domani. Nessuno più di questo Governo crede che l’investimento nella natalità per invertire il trend demografico voglia dire scommettere su noi stessi. Perché senza figli avremo un’Italia più povera, sarà a rischio la sostenibilità del nostro welfare e verrà meno quella staffetta generazionale sulla quale si fonda la capacità di portare nel futuro la nostra identità di popolo”.

“Denatalità e mancanza libertà due facce della decrescita”

“La denatalità e la mancanza di libertà sono in fondo due facce della decrescita. E la decrescita, checché ne dica qualcuno, non è mai felice. Noi vogliamo che l’Italia cresca, che cresca la libertà dei suoi cittadini, il benessere dei suoi lavoratori, il suo tessuto produttivo” ha aggiunto Meloni. “Un’impresa a misura di mamma e di bambino può essere una chiave di volta per affrontare tutti insieme questa sfida”, ha precisato la presidente del Consiglio.

“Costruire cultura che non consideri genitorialità come penalità”

La premier ha poi continuato: “Oggi il Governo vi propone di sottoscrivere un patto, perché la sfida demografica coinvolge tutti e ha bisogno di tutti. È una sfida per il futuro dell’Italia, è una sfida per la libertà, in particolare delle donne. Perché purtroppo, sono ancora troppe le donne costrette a dimettersi dal lavoro dopo essere diventate mamme; sono ancora troppe le mamme lavoratrici che vedono il proprio percorso di carriera ostacolato da un sistema che non riconosce il valore di quello che fanno; sono ancora troppe le donne che rinunciano a mettere al mondo un bambino perché vivono questa scelta come una scelta alternativa alla realizzazione professionale. E noi non possiamo permettere tutto questo”. Nel videomessaggio dice ancora: “Allora, dobbiamo perseguire tutti insieme con forza e determinazione l’obiettivo di costruire una cultura e un’organizzazione del lavoro che non consideri la genitorialità come una penalità – ha aggiunto la presidente del Consiglio –, ma che anzi accompagni e valorizzi l’esperienza di diventare padre o di diventare madre. Anche su questo il Governo ha iniziato a muovere i suoi passi, dal potenziamento del congedo parentale fino alla decontribuzione delle mamme lavoratrici, però io sono convinta che insieme, tutti noi, possiamo fare la differenza molto di più. Dobbiamo promuovere una nuova consapevolezza, anche culturale, mettere in rete quelle tante buone pratiche che dove ci sono aumentano la produttività delle realtà nelle quali si realizzano, migliorano il benessere delle persone e fanno crescere la natalità”.

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