Accordo Italia-Albania sui migranti, fonti Chigi smentiscono contrasti: “Coinvolti Salvini e Tajani”

Intanto la comunità degli albanesi in Italia si dice "orgogliosa che il Paese si sia messo a disposizione", mentre il Partito Democratico locale parla di "intesa dannosa e inaccettabile"

Palazzo Chigi smentisce le voci di contrasti all’interno del governo sull’accordo con l’Albania in tema di migranti. “Sono totalmente fantasiose le ricostruzioni secondo le quali l’accordo Italia-Albania non sarebbe stato condiviso dal Presidente del Consiglio con gli alleati di Governo”, riferiscono fonti di Chigi spiegando che “al contrario, c’è stato fin dall’inizio il pieno coinvolgimento dei due vicepremier Salvini e Tajani e l’intesa è stata costruita passo dopo passo con la totale collaborazione dei ministeri coinvolti, a partire da Ministero degli Esteri, Interno e Giustizia”.

L’accordo visto dall’Albania

Intanto, arrivano anche le prime reazioni all’accordo dal lato albanese. Il presidente della Federazione nazionale delle associazioni albanesi in Italia, Granit Mucaj, ha detto a LaPresse: “Siamo orgogliosi che il nostro Paese si sia messo a disposizione dell’Italia e sia al fianco dell’Italia” nell’affrontare il problema migratorio su cui “l’Unione europea dovrebbe prendersi più responsabilità”. Il primo ministro albanese Edi Rama, sottolinea Mucaj, “ha ricambiato quello che l’Italia ha fatto nei nostri confronti quando siamo fuggiti” dall’Albania a inizio Anni ’90 e “dalla guerra civile del 1997”. Molti albanesi in Italia, afferma Mucaj, “oggi hanno la doppia cittadinanza, per cui vivono” l’attuale crisi migratoria “insieme e come gli italiani”. L’accoglienza di migranti trasferiti dall’Italia, secondo Mucaj, “può essere un’opportunità per l’Albania“, chiamata “non solo ad accogliere i migranti di passaggio, ma anche quelli che vengono gestiti da un Paese, come l’Italia, che ha maggiore esperienza sotto questo aspetto”.

Di avviso opposto il Partito Democratico di Albania, principale partito di opposizione nel paese guidato da Rama. “L’accordo a sorpresa firmato lunedì a Roma dal primo ministro italiano, Giorgia Meloni, e dal primo ministro Edi Rama dopo una preparazione segreta è dannoso e inaccettabile“, afferma in una nota il partito di Sali Berisha. “L’accordo incita un’ondata di xenofobia molto dannosa in Albania e questo danneggia seriamente la virtù dell’ospitalità della nazione albanese“, si legge nella nota, sottolineando che l’accordo è anche “in aperta contraddizione con la Costituzione albanese e con la Convenzione europea sui diritti umani”. Il Partito Democratico d’Albania denuncia poi come l’Albania sia a oggi “in gran parte controllata dai gruppi criminali nazionali e internazionali del narcotraffico“. Pertanto, aggiunge la nota, “l’istituzione di campi profughi sul territorio albanese rischia di amplificare in modo catastrofico il traffico criminale di esseri umani e la tratta degli schiavi, che è già un problema per il Paese”, oltre a essere “un grave rischio reale per la sicurezza dei cittadini albanesi e dell’intero Paese”.