Bollette, scontro sul mercato tutelato. Salvini: “Rimediare all’errore”

Le opposizioni: "Il Governo venga in Aula a riferire". Fitto: "Non capisco chi polemizza"

Il Governo apre a una possibile proroga last minute del mercato tutelato di gas e luce, destinato altrimenti a finire rispettivamente a gennaio e aprile 2024. Dopo la decisione del Consiglio dei ministri di non inserire un rinvio dei termini nel decreto Energia, infatti, è Matteo Salvini a storcere il naso. “Conto che con le interlocuzioni del ministro Fitto con la Commissione europea si arrivi a una soluzione positiva – spiega il leader della Lega – Conto che questo governo, con il dialogo e la trattativa, riesca a rimediare a un errore che ci siamo trovati sul tavolo quando siamo arrivati“, aggiunge. Il riferimento è al Governo Conte, che ha negoziato il Pnrr che prevede tra i suoi obiettivi la fine del mercato tutelato. Raffaele Fitto condivide: “Non comprendo le polemiche perché ci si poteva accorgere degli effetti non condivisibili quando sono stati assunti questi provvedimenti. Chi oggi fa polemica non si è accorto di quello che veniva fatto nel 2022, con la legge sulla Concorrenza, e quando veniva inserito nella terza rata del Pnrr come uno degli obiettivi”, taglia corto. “Detto questo verificheremo le modalità con le quali poter seguire questo dibattito – aggiunge – il tema c’è e il governo se ne occupa”.

Non la pensa così Elly Schlein. La segretaria Pd convoca dalla sera alla mattina una conferenza stampa e attacca: “È una tassa Meloni sulle bollette. Chiediamo al Governo di fermarsi“, dice chiaro. La leader dem ricorda come anche i partiti di maggioranza avessero presentato in Parlamento emendamenti per la proroga, poi “fatti ritirare”. “Questo meritava sì – è la replica indiretta – un lavoro di modifica sul Pnrr. Mi chiedo in che mondo vivano se non se ne accorgono. A palazzo Chigi c’è più attenzione per gli interessi economici delle grandi società energetiche che per i cittadini. Se non fermiamo oggi le aste non si torna più indietro per 5 milioni di famiglie”, l’affondo. Quanto all’apertura del vicepremier leghista Schlein risponde secca: “Mi chiedo dove fosse ieri durante il Cdm che ha deciso di non prorogare le tutele e far partire le aste“. E se il responsabile economia dem Antonio Misiani lancia l’allarme – “Rischiamo un impatto di milioni di euro di costi aggiuntivi per cinque milioni di cittadini. Parliamo dell’8% in più per la luce rispetto al mercato tutelato e il 34% in più per il gas”, avverte – anche Pier Luigi Bersani, autore della liberalizzazione del 2007, punta il dito: “Non si parli di liberalizzazione in questo caso. Questo è un trasferimento forzoso di utenti trattati come pacchi postali”.

Da FdI non ci stanno. “Viste le continue amnesie da cui è affetta, di certo la Schlein non ricorderà che solo Fratelli d’Italia non votò il Pnrr, mentre invece il Pd in quella occasione si espresse favorevolmente per il ritorno al mercato libero: decisione che solo oggi scopre essere una pessima idea”, replica il capogruppo alla Camera Tommaso Foti. E se da Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni parlano di “massacro sociale” e “rapina di Stato”, Riccardo Magi, rivolgendo un appello sia a destra che a sinistra: “basta populismo – dice – la fine del mercato tutelato non è una catastrofe”.