Oggi in aula alla Camera la delega al Governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva
Le opposizioni si preparano alla battaglia sul Salario minimo. Oggi in aula alla Camera approderà la delega al Governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva, approvata la scorsa settimana dalla commissione Lavoro, che di fatto cancella l’introduzione di una paga oraria minima di 9 euro voluta da Pd, M5S, Azione, Avs e Più Europa. Le minoranze, però, proveranno anche nell’emiciclo di Montecitorio a rimettere al centro la propria proposta a ‘colpi’ di emendamenti.
Sono quattro quelli depositati dal fronte delle opposizioni, visionati da LaPresse. Due prevedono di inserire una “retribuzione complessiva sufficiente e proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato” che prevede che “il trattamento economico minimo orario stabilito dal Ccnl, non può comunque essere inferiore a 9 euro lordi”. La prima proposta di modifica è sottoscritta, tra gli altri, dai leader Giuseppe Conte (M5S), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Avs), Matteo Richetti (Azione), Elly Schlein (Pd) e Riccardo Magi (Più Europa). La seconda, a prima firma Arturo Scotto (Pd), è praticamente identica ma non prevede oneri finanziari. I leader sottoscrivono poi una proposta soppressiva della delega al Governo. Depositato, infine, un emendamento a prima firma Francesco Mari (Avs) che prevede di “sostituire le parole ‘minimi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente applicati’, con le seguenti: ‘previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative a livello nazionale’.
Anche Italia viva, che non ha mai sottoscritto la proposta sul Salario minimo delle altre opposizioni, propone due modifiche. La prima interviene per facilitare gli utili di impresa: “Dopo le parole: ‘alla gestione e agli utili dell’impresa’, aggiungere le seguenti: ‘anche attraverso misure fiscali mirate alla loro incentivazione'”, si legge. La seconda mira a “introdurre incentivi per la riduzione del rapporto tra il complessivo trattamento economico degli amministratori investiti di particolari cariche e il Salario aziendale minimo”. A firma Chiara Tenerini di FI, invece, l’emendamento che prevede che le disposizioni della delega “non si applicano alla contrattazione del pubblico impiego ed al relativo settore”.
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