Il filosofo e politologo aveva 90 anni, fu leader di Potere Operaio e Autonomia Operaia

E’ morto a Parigi, a 90 anni, il filosofo e politologo Antonio (Toni) Negri. La notizia, annunciata ai media dalla moglie Judit Revel, è stata confermata a LaPresse dalla famiglia. Nato a Padova nel 1933, è considerato tra i maggiori pensatori della dottrina dello stato a livello mondiale. Dopo aver partecipato all’esperienza dei ‘Quaderni Rossi’ nei primi anni Sessanta, ha avuto un’importanza cruciale nell’elaborazione teorica dell’operaismo e in seguito nella fondazione di Potere operaio e nell’Autonomia operaia.

“Ciao Toni, Maestro, Padre, Profeta. Hai attraversato il deserto. Ora c’è il mare. Ma resterai per sempre” è il commento sui social di Luca Casarini.

Ecco alcune delle sue opere: in collaborazione con Michael Hardt, ‘Impero’ (Rizzoli, 2002), ‘Moltitudine’ (Rizzoli, 2004) e ‘Comune’ (Rizzoli, 2010); una trilogia di studi su Spinoza ‘Marx oltre Marx’ (Feltrinelli, 1979; ora manifestolibri, 1998), ‘Il potere costituente. Saggio sulle alternative del moderno’ (SugarCo, 1992). Con Feltrinelli ha pubblicato anche ‘Goodbye Mr Socialism’ (2006), ‘Fabbrica di porcellana. Per una nuova grammatica politica’ (2008) e ‘Questo non è un Manifesto’ (con Michael Hardt; 2012).

Fu coinvolto nell’operazione ‘7 aprile’ legata alle Brigate Rosse. Fu condannato a 12 anni di carcere con l’accusa di essere “moralmente responsabile”.

Sangiuliano: “Cattivo maestro ma valutare complessità”

Toni Negri “fu un cattivo maestro perché dopo il ’68 si passa da un movimentismo giovanile che poteva avere anche le sue ragioni, per carità, poi però si è passati alla pagina buia degli anni di piombo, un terrorismo di destra, di sinistra, tante vittime innocenti e questo non lo dobbiamo mai dimenticare. Poi però c’è un tema molto complesso soprattutto in termini giuridici: una cosa sono le espressioni delle idee, per quanto sbagliate possano essere, una cosa sono atti e fatti concreti in cui uno materialmente pratica atti violenti e di terrorismo” ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, alla trasmissione di Radio 24 ‘Amici e Nemici – l’informazione della settimana’ di Lucia Annunziata e Daniele Bellasio. “La vicenda del 7 aprile è una vicenda molto complessa che deve essere letta in quel contesto storico, non possiamo trasporre le categorie di allora a oggi”, spiega ancora il ministro. “Ricordo che fu eletto in Parlamento con i radicali, poi però si scontrò duramente con Marco Pannella, cioè Pannella ebbe definizioni molto aspre nei confronti di Toni Negri. Quindi certamente è stato un cattivo maestro poi però bisogna valutare nella sua complessità questa vicenda” conclude Sangiuliano.

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