Per Angelo Bonelli, che chiede le dimissioni del presidente del Senato, si tratta di "affermazioni oltraggiose"

Una riforma minimale, la meno “invasiva” possibile, per garantire governabilità e rispetto del risultato elettorale: meno del premierato, dice il presidente del Senato Ignazio La Russa, c’è solo lo status quo, “niente elezione diretta“. Dopo l’intervento di venerdì ad Atreju – in cui ha fatto intendere che avrebbe gradito un testo diverso (“mediare con tutti ha peggiorato il ddl”) – nella cerimonia per lo scambio di auguri con la stampa, torna sulla riforma costituzionale difendendo dalla critiche quella che per il presidente Giorgia Meloni rappresenta la madre di tutte le riforme. Per La Russa le “criticità” sollevate possono essere superate nel passaggio parlamentare. Quanto al rischio – sollevato da diversi costituzionalisti e dall’ex presidente della Consulta Giuliano Amato – che vengano intaccati di poteri del presidente della Repubblica, La Russa replica ritenendo che il premierato sarebbe un atto di “salute” perché “c’è una Costituzione materiale ormai che attribuisce al Presidente poteri più ampi di quella che la Costituzione in origine prevedeva”.

Una frase quest’ultima che ha attirato le critiche di una parte delle opposizioni, che la ritengono un attacco al Quirinale. Per il Partito Democratico, La Russa “ha gettato la maschera e indicato qual è il vero obiettivo della riforma del premierato: ridurre gli attuali poteri del Presidente della Repubblica”. Per Angelo Bonelli, che chiede le dimissioni del presidente del Senato, si tratta di “affermazioni oltraggiose”. “Una elezione diretta del presidente del Consiglio – ha detto La Russa – potrebbe ridimensionare l’utilizzo costante di questi ‘ulteriori’ poteri. Non eliminarli, ridimensionarli. Può darsi. Ma – secondo la seconda carica dello Stato – sarebbe un atto di salute della nostra Costituzione, non di debolezza, perché lascerebbe al Presidente della Repubblica quei compiti che i padri costituenti vollero, e che i presidenti hanno dovuto – meritoriamente – allargare nel tempo per supplire alle carenze della politica”. “Un governo che dura 5 anni – è stato il suo ragionamento – rende non così necessario che il presidente della Repubblica continui a utilizzare poteri non strettamente previsti dalla Costituzione”.

Dopo le critiche La Russa in una nota ha precisato che “il totale rispetto verso il Presidente Mattarella è tanto ovvio quanto conclamato” e ha contrattaccato “chi non capisce per analfabetismo costituzionale o a chi fa finta di non capire per inveterata malafede”. In un altro passaggio del suo intervento, La Russa ha poi lanciato un amo per una possibile ulteriore riforma. Rispondendo a una domanda sull’iter della legge di bilancio, a chi gli fa notare che vi è un monocameralismo di fatto, replica che “forse un bicameralismo con compiti differenziati, non in questa riforma costituzionale ma in un’altra, non sarebbe un errore”. 

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