Tra le ipotesi dell'esecutivo un ritorno in commissione o una nuova sospensiva

Dopo il lavoro degli sherpa delle ultime ore, oggi si riunirà l’Ecofin ed è questo l’appuntamento cerchiato in rosso nelle agende di palazzo Chigi e Montecitorio. Governo e maggioranza aspettano di chiudere la partita sulla riforma del Patto di stabilità e crescita (a Bruxelles questa volta si registra ottimismo, anche se a Roma si predica cautela) per mettere a verbale la posizione dell’Italia sul Mes.

A prendere tempo serve allora il nuovo rinvio in commissione Bilancio alla Camera. A Montecitorio si attende un parere del Governo sul disegno di legge di ratifica, che non arriva. La relatrice, di FdI, Ylenja Lucaselli rivolge alcune domande al sottosegretario all’Economia Federico Freni in merito ai profili di copertura finanziaria. “Le domande dell’onorevole Lucaselli non sono poche e alcune mi colgono impreparato, chiederei alla commissione di potervi rispondere nella giornata di domani. Non ho il dono della prescienza e dell’onniscenza”, risponde lui. Scoppia la bagarre, con le opposizioni subito pronte alla battaglia. “È una sceneggiata irripespettosa, un teatrino inutile”, commenta il deputato di Avs Marco Grimaldi. “La politica può essere aspra e passionale, ma non dovrebbe mai superare i limiti dell’indecenza e della vergogna”, attacca da Iv Luigi Marattin, mentre la dem Cecilia Guerra non ha dubbi: “Usano la Commissione Bilancio come scusa per perdere tempo con motivazioni insussistenti , è una pagliacciata”. Il fronte, compatto, abbandona la commissione. Appuntamento rinviato a oggi e “24 ore guadagnate” per la maggioranza.

Nonostante le possibili tecniche dilatorie che offre la liturgia parlamentare (compresa, ad esempio, la richiesta che dovrebbe essere avanzata domani di uno stop anticipato dei lavori, nel pomeriggio, per consentire ai rappresentanti delle istituzioni e dei partiti di partecipare al tradizionale scambio di auguri al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella), però, la ratifica dell’Accordo che modifica il Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità, stando al calendario, dovrebbe arrivare nell’aula della Camera al massimo giovedì. L’assemblea è alle prese con la legge di delegazione europea. Esaminata quella, il calendario prevede la proposta di legge sugli illeciti agro-alimentari.Poi, complice anche il ritardo dell’arrivo della legge di bilancio dal Senato, toccherà al Mes.

La conferenza dei capigruppo in agenda per domani mattina alle 9, infatti, difficilmente arriverà a un accordo su un rinvio del provvedimento, ragionano dalle parti del centrodestra. La partita si lega anche a quella della legge di bilancio. “Il 22 dovrebbe arrivare qui alla Camera, se le opposizioni sono sul piede di guerra sul Mes si complicherebbe pure la strada della manovra“, è la riflessione che viene fatta. Governo e maggioranza, in ogni caso, studiano una strategia per arrivare comunque al 2024, essendo “il Mes legato alla riforma del Patto di Stabilità“.

Tra le ipotesi sul tavolo quella di votare, una volta in aula – forti dei numeri in assemblea – un ritorno in commissione o una nuova sospensiva. L’unica certezza, dalle parti della maggioranza, “è che il voto ci sarà a gennaio”. Intanto va avanti il lavoro istruttorio della presidenza della Camera sulla possibile istituzione del giurì d’onore dopo che Giuseppe Conte ha scritto a Lorenzo Fontana per le “bugie” pronunciate in aula dalla premier Giorgia Meloni sul Mes. La partita, insomma, è ancora lunga. 

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