In questo caso, però, non sarà posta la fiducia, grazie a un accordo trovato in conferenza dei capigruppo tra maggioranza e opposizione

Anche dopo il via libera all’intesa europea sul Patto di stabilità, raggiunto all’Ecofin, resta incerta la sorte sulla ratifica dell’accordo sul nuovo Mes. In commissione Bilancio della Camera prosegue lo scontro tra maggioranza e opposizione, che si è risolto in un nulla di fatto. Il parere della commissione non c’è ancora, salta l’ipotizzata convocazione in serata e tutto è rinviato alla riunione dei capigruppo di maggioranza per capire come procedere sulla ratifica, dopo aver preso atto dell’ok dell’Ecofin alla riforma del Patto di stabilità. L’obiettivo, a quanto apprende LaPresse, è quello di non spaccare la maggioranza e di puntare al rinvio del voto in aula al 2024. Se la commissione non esprimerà il parere la ratifica non potrà approdare in aula nonostante sia all’odg dell’assemblea.

Nel nuovo round in commissione Bilancio, il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha risposto alle domande di Ylenja Lucaselli (FdI) spiegando che la ratifica non avrebbe effetti finanziari, ma la relatrice non ha formulato il parere e ha chiesto un rinvio. “Non c’è urgenza. E non ci sono effetti negativi per gli altri Stati che possono comunque usufruire del Mes”. Sul piede di guerra le opposizioni. “Avete scelto una cosa pericolosa, di usare la commissione Bilancio per arrivare a una finalità politica”, dice Luigi Marattin, di Italia Viva, componente della commissione, mentre Marco Grimaldi (Avs), anche lui in commissione, chiosa: “La maggioranza ha appena sfiduciato uno dei sottosegretari più rappresentativi, Federico Freni, secondo cui ‘la sottoscrizione del Mes non prevede impatto sulla finanza pubblica’. La stessa cosa che aveva detto a giugno. In questo teatrino, la maggioranza dice ‘ma, non so, vediamo’. Se pensate che il Mes sia un pessimo affare ditelo, ma ditelo qui, in Aula. Ci sono tutti i tasselli per prendere una posizione. Fatelo”. Lucaselli respinge le critiche: “Noi abbiamo chiesto che alcuni temi vengano approfonditi, cosa che è nelle prerogative della commissione. Chiedere che vengano chiariti passaggi sulla programmazione è nel rispetto degli italiani, che vi piaccia o no”.Intanto a Montecitorio si fissa anche il calendario per la sessione di bilancio. Il via libera finale alla manovra arriverà il 29 dicembre.

Dopo l’approvazione in Senato, dove il governo porrà la questione di fiducia, la legge di Bilancio approderà alla Camera il 22 dicembre, per l’iter in commissione, per poi giungere in Aula il 28 con la discussione generale: la votazione finale è prevista appunto per il 29. In questo caso, però, non sarà posta la fiducia, grazie a un accordo trovato in conferenza dei capigruppo tra maggioranza e opposizione. A spiegarlo è il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: “Le opposizioni hanno chiesto di non porre la questione di fiducia, cosa che invece accadrà al Senato, in cambio della disponibilità a una discussione ordinata e regolata degli emendamenti. Noi abbiamo acconsentito, è una procedura che avevamo già proposto in altre occasioni, per cui volentieri. Non ci sarà la questione di fiducia, ci sarà il dibattito su alcuni emendamenti e ordini del giorno con un punto di caduta già previsto che è la giornata di venerdì 29. Dalle 17 alle 19 ci saranno le dichiarazioni e il voto finale. È un buon accordo e credo che soddisfi tutti”. Le dichiarazioni di voto saranno trasmesse in diretta sulla Rai. “Nel passaggio alla Camera – commenta la capogruppo Pd Chiara Braga – le opposizioni hanno ottenuto che non venga messa la fiducia. Ora maggioranza e governo dovranno prendersi la responsabilità di votare in aula i nostri emendamenti, di dire no all’aumento delle pensioni, no ai finanziamenti sulla sanità, alla proroga del superbonus, al fondo affitti”. Dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, arriva un affondo: “Tutti noi abbiamo assistito al funerale di Giulia Cecchettin, ieri abbiamo assistito ad altri due femminicidi. Davanti a questa emergenza la mobilitazione ci deve dire qualcosa. Le opposizioni si sono unite per mettere tutto quello che c’era a disposizione contro la violenza maschile sulle donne, speravamo di vedere su queste cose un gesto da parte della maggioranza, che non c’è stato, c’è stato il golf club…”. Il riferimento di Schlein è all’emendamento che mette a disposizione 40 milioni per la lotta alla violenza contro le donne. “Avevamo una cartuccia da usare insieme” e “avevamo chiesto di dare un segnale al milione di persone che hanno chiesto di fare qualcosa. Le opposizioni hanno fatto qualcosa”, spiega la segretaria Pd, che chiosa: “La coperta è corta ma al resto hanno appiccato il fuoco loro. La manovra è iniqua e senza visione” e con la “megaballa del governo sugli investimenti in sanità”. 

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