Il senatore di FI Gasparri insulta il leader di Iv e poi si scusa. A Palazzo Madama 112 voti favorevoli, 76 contrari e 3 astenuti

Il Senato ha approvato con 112 voti favorevoli, 76 contrari e 3 astenuti la questione di fiducia posta dal governo sul maxi-emendamento alla manovra, interamente della prima sezione del ddl. L’esecutivo dovrà ora procedere alla stesura della nota di variazione che sarà trasmessa subito dopo al Senato, a quel punto si terrà una breve riunione della Commissione Bilancio. È poi previsto il voto in Aula sulla nota di variazione e, infine, il voto finale sul testo così come modificato. In Aula presente anche il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Insieme a lui, tra i banchi del governo, i ministri Luca Ciriani, per i Rapporti con il Parlamento, Daniela Santanchè, del Turismo, e Orazio Schillaci, della Salute. 

Renzi: “Votiamo no, è visione del mondo sovranista e populista”

“Ci sono tre motivi per cui voteremo convintamente contro: la legge di Bilancio si basa su un assunto falso, è sbagliata per il metodo e il merito e tradisce una visione dell’Europa e del mondo diametralmente opposta alla nostra, sovranista e populista“. Lo ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi in dichiarazione di voto sulla fiducia alla manovra.

Iv: “‘Da Gasparri ingiurie a Renzi’, La Russa dispone il ‘Var'”

“Il fatto che è accaduto è grave: durante l’intervento del presidente Renzi si è sentito chiaramente, e lo ha colto tutta l’Aula, una frase ingiuriosa del presidente Gasparri nei confronti del presidente Renzi, le chiedo di intervenire ai sensi del nostro regolamento e le chiedo se la presidenza possa consentire che durante l’intervento di un collega, che si utilizzino termini che tutta l’Aula ha potuto apprendere”. Così il capogruppo di Iv al Senato Enrico Borghi intervenendo in Aula dove è in discussione la legge di Bilancio. Dopo l’intervento di Borghi, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha informato l’Aula che “Renzi ha chiesto un esame della ripresa televisiva, lo faremo. Faremo l’esame televisivo per valutare, eventuali – eventualissimi – provvedimenti”. Secondo fonti di opposizione Gasparri avrebbe urlato all’indirizzo di Renzi, che criticava Forza Italia per l’astensione sul Mes, ‘vai a c…’. Gasparri, prendendo successivamente la parola durante la dichiarazione di voto a nome del gruppo, si è poi scusato “di alcune frasi inopportune, ma non mi scuso di dire la verità perché Berlusconi disse che non avrebbe votato la riforma del Mes perché non ci faremo dettare le scelte da altri”. “Fatte le scuse a chi le deve avere – ha quindi chiosato Gasparri – lezioni di Berlusconismo postumo non ne prendiamo da nessuno”. 

 

Da M5S cartelli ‘Gasparri querelaci tutti’, La Russa censura

Cartelli con su scritto ‘Gasparri querelaci tutti’ sono comparsi tra i banchi del M5s in Senato, dove si discute la manovra. “Siamo in un clima natalizio, per me, per noi, per i cittadini di questo Paese chiedo soltanto un regalo, che ve ne andiate prima possibile”, ha detto il capogruppo Stefano Patuanelli, concludendo il suo intervento nelle dichiarazioni di voto. A quel punto nell’inquadratura per un istante si sono visti i cartelli ‘Gasparri querelaci tutti’, riferiti alle querele annunciate dal capogruppo di Forza Italia sul caso del suo incarico nella società Cyberealm. “Che bellezza…tanto non vi inquadrano“, ha commentato il presidente del Senato Ignazio La Russa, “credo che dopo tante belle parole ci sia stata una caduta di tono da parte del suo gruppo. Una grossa caduta di tono che mi sento di censurare”.

Renzi: “Ho fatto intervento politico, Gasparri un cafone” 

“Io ho fatto un intervento politico, Gasparri è semplicemente un cafone”. Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi, parlando con i cronisti che gli chiedevano, dopo la polemica in Aula con il capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri, se fosse soddisfatto delle scuse. 

Conte: “Logica lacrime e sangue, nulla per ceto medio e imprese”

“Questa è la seconda legge di Bilancio, siamo nella logica lacrime e sangue. Affrontiamo in modo consapevole e da parte del governo di Giorgia Meloni un disastro economico. Non abbiamo fatto nulla in questa legge di bilancio per venire incontro alle esigenze delle fasce più deboli della popolazione”. Così il presidente del M5S, Giuseppe Conte. “Dal primo gennaio – ha aggiunto – 400mila nuclei familiari, certificato dalla Caritas, saranno privi di qualsiasi sussidio. Erano i famosi fannulloni e divanisti contro cui purtroppo si è scagliato questo governo. Sicuramente, il risultato è stato perseguito: sta aumentando la povertà. Il ceto medio non riceverà assolutamente nulla, si ritrova solo con il caro bollette, caro energia, caro mutui e caro inflazione. Per non parlare delle imprese, io non ricordo una legge di Bilancio in cui non c’è un solo euro per favorire i piccoli artigiani, le piccole imprese che di solito hanno sempre avuto, non solo con me, delle agevolazioni. Nulla di nulla”.

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