"Imbarazzante il silenzio della premier" sottolinea la leader del Pd. Botta e risposta durante il question time alla Camera con il ministro dell'Interno Piantedosi
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è “ostaggio di un passato da cui non riesce a prendere le distanze”. È uno dei passaggi più duri dell’interrogazione presentata dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, in Aula alla Camera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Al centro i fatti di Acca Larentia, dove domenica centinaia di partecipanti alla commemorazione delle uccisioni, il 7 gennaio del 1978, di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, hanno fatto il saluto romano, ripresi in un video che ha fatto il giro del web.
“Meloni ha detto più volte di non essere ricattabile, si sta ricattando da sola, è ostaggio di un passato di cui non riesce a prendere le distanze“, ha detto Schlein, chiedendo poi che vengano immediatamente sciolte le organizzazioni neofasciste. “A preoccuparci – ha sottolineato – sono le ambiguità di questa destra che torna indietro rispetto a quando riconosceva il fascismo come ‘male assoluto’. Avere un presidente del Senato che prova a legittimare il saluto romano è un insulto a chi ha dato la vita per la democrazia e alla resistenza. Non crediamo all’onorevole Rampelli, non sono cani sciolti ma un branco organizzato con cui siete andati a spasso per anni”. Le immagini ci sono, ha rimarcato la segretaria dem, ora i responsabili siano identificati e puniti.
Piantedosi ha garantito su quest’ultimo punto, mentre sullo scioglimento dei gruppi neofascisti ha spiegato: “La particolare complessità dei presupposti previsti dalla normativa vigente è confermata dalla limitata casistica applicativa sinora registrata e dalla circostanza che governi, anche sostenuti dalla parte politica degli onorevoli interroganti, non hanno mai adottato iniziative in tal senso”. In ogni caso, ha ammesso il ministro, “lo spirito della commemorazione di tragedie così gravi come quella di Acca Larentia, che ha causato il vile assassinio di giovani vite e che rimane tuttora senza giustizia, è tradito dalla riproposizione di gesti e simboli che rappresentano un’epoca condannata dalla storia”. E c’è, ha aggiunto, “una trasversale distanza di tutte le forze politiche da quei comportamenti che le immagini dei media hanno divulgato“. Piantedosi ha però garantito che “le forze di polizia hanno adottato lo stesso modulo operativo seguito nelle analoghe manifestazioni effettuate negli anni scorsi, che non mutano di fronte a qualsivoglia manifestazione, pur di diverso estremismo ideologico”. E la questura di Roma ha “privilegiato le attività di osservazione, più proficue per l’acquisizione di elementi utili da sottoporre all’Autorità giudiziaria ai fini dell’accertamento dell’eventuale commissione di reati”.
Cinque esponenti di CasaPound sono così già stati identificati. Il tema resta però al centro del dibattito politico, e anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, alla Camera per il decreto sull’invio degli aiuti all’Ucraina, ha chiosato: “Ho sempre preso le distanze da ogni manifestazione che ricordi i regimi passati”. Mentre il capogruppo di FdI a Montecitorio, Tommaso Foti, attacca Schlein: “È vergognoso che la segretaria del Pd non abbia espresso una sola parola di condanna per gli assassini dei giovani missini di Acca Larentia e neppure abbia chiesto che dopo quarantasei anni sia resa loro giustizia. È la riprova del passato che non passa e di quel legame affettivo che ancora oggi il Pd dimostra di avere con chi ha fatto della violenza un sistema di lotta politica”. Intanto, martedì prossimo la questione approderà al Parlamento europeo: nel pomeriggio dovrebbe infatti tenersi un dibattito senza risoluzione alla plenaria a Strasburgo, dal titolo ‘Lotta contro il riemergere del neo-fascismo in Europa, basato anche sulla parata del 7 gennaio di Roma’, chiesto dal gruppo dei Socialisti e democratici. In questo clima, proprio oggi CasaPound Italia ha annunciato la nuova campagna tesseramento per il 2024, in programma sabato 20 gennaio.
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