Il Senato ha bocciato la richiesta del Pd di far ritornare il provvedimento in commissione

Il ministro per gli Affari Regionali e l’Autonomia, Roberto Calderoli, nega l’ipotesi che la riforma dell’Autonomia differenziata sia stata oggetto di un ‘baratto’ tra Lega e Fratelli d’Italia: secondo le opposizioni il Carroccio avrebbe dato l’ok alla modifica dell’assetto costituzionale in cambio proprio del via libera dei meloniani all’Autonomia. “Non c’è nessun baratto tra premierato e autonomia. Avete la memoria corta, perché nel 2005 quella riforma chiamata ‘devolution’ aveva dentro il premierato, poi è stata bocciata dal referendum. Ma la nostra volontà sul premierato era già chiara allora“, ha detto il ministro in Aula al Senato. 

“Ho sentito insulti, si parla senza aver letto legge”

“Credo di dover replicare non solo a quanto ho sentito qui, ma anche in commissione, a quello che ho letto sui giornali e sentito nelle piazza. Alcuni interventi mi pare siano andati un po’ oltre rispetto ad alcune parole che possono risultare come insulti, e un conto è dirle in un talk show, altro è dirle in un ramo del Parlamento. Però io ho verificato che c’è una parte di persone che parlano della legge senza averla letta. Qualcun altro invece l’ha capita ma parla per slogan”, ha detto inoltre Calderoli. “Mi dicono che vorrei avvantaggiare le regioni ricche a vantaggio di quelle più povere“, ha aggiunto Calderoli, “ma nella legge ci sono perequazione e solidarietà“; “dicono che vogliono incrementare i divari nel Paese: mi dicano la riga dove c’è il peggioramento dei divari”. Calderoli ha poi rivendicato di “aver preso in mano la questione dei Lep: nessuno sa cos’è perché nessuno li aveva definiti, noi lo abbiamo fatto in questa legge e nella legge di Bilancio”. 

Senato boccia richiesta Pd di ritorno in commissione

Dopo le dichiarazioni di Calderoli, l’Aula di Palazzo Madama ha respinto la richiesta del Partito democratico di non procedere alla votazione degli articoli del ddl e di farlo ritornare in commissione. Hanno votato no 101 senatori, 61 i favorevoli e 4 gli astenuti.

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