La premier ha posto l'attenzione sul caso all'omologo ungherese: i due leader potrebbero vedersi già oggi a margine del Consiglio Europeo
Le immagini di Ilaria Salis nel tribunale di Budapest, legata con catene a mani e piedi e condotta al ‘guinzaglio’ con un’altra catena, non passano ovviamente inosservate e piombano al centro del dibattito politico. Il governo prende posizione con il vicepremier e ministro Antonio Tajani, che ribadisce: “siamo di fronte a una violazione delle norme comunitarie. Condurre in quella maniera un detenuto è fuori luogo e non in sintonia con la nostra civiltà giuridica“, spiega preannunciando la richiesta della Farnesina per ottenere gli arresti domiciliari, “o portarla in Italia per scontare una eventuale condanna”.
Meloni sente Orban, pone l’attenzione sul caso
Ma dall’opposizione piovono attacchi sull’esecutivo e sulla premier Giorgia Meloni, a cui si chiede di riferire urgentemente alle Camere e di intercedere nei confronti del primo ministro ungherese Viktor Orbàn: richieste su cui si ricostituisce una sorta di ‘campo largo’ che va da Avs a Italia Viva. In serata però la premier sente l’omologo ungherese e in una telefonata in vista del vertice Ue pone l’attenzione anche sul caso, facendo seguito, si sottolinea, alle iniziative diplomatiche già avviate a partire dal 22 gennaio da Tajani con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.”Non si può intercedere sul processo” a carico di Ilaria Salis, “noi possiamo soltanto fare delle proteste per quanto riguarda il trattamento del detenuto”, è la difesa di Tajani, che assicura: “Dell’accompagnamento con le manette a mani e piedi l’abbiamo visto ieri, io non lo sapevo e non ero mai stato informato di questo”. Quanto alle interlocuzioni con l’Ungheria e con Orban, “se vogliamo parlare in punta di diritto, Orban non c’entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente“, chiosa il vicepremier, sottolineando che “l’Ungheria è uno Stato sovrano” e “noi possiamo intervenire per far sì che ci sia il rispetto del trattamento del detenuto“. Il caso di Ilaria Salis aveva attirato le attenzioni dei media italiani già da novembre, quando LaPresse aveva segnalato il fermo di quattro persone in Ungheria per scontri con neonazisti a Budapest, ma la prima udienza del processo ha riportato il tema al centro del dibattito politico.
Le divisioni nella maggioranza
Assodata la linea ufficiale espressa dal ministro degli Esteri, in maggioranza le posizioni assumono diverse sfumature. Se il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida di FdI, rispetto alle immagini di Ilaria Salis si limita a un sostanziale no comment – “Non le ho viste, vado a vederle. Non commento cose che non ho visto” – il presidente del Senato Ignazio La Russa, dopo aver annunciato che vedrà il padre dell’insegnante italiana il prossimo 2 febbraio, sviluppa invece un altro ragionamento: “Credo che il problema anziché essere incentrato solo a livello internazionale ce lo dobbiamo porre anche in Italia“, dice in aula, parlando di “una questione che interessa tutti, non solo la presidente del Consiglio, e riguarda la dignità dei detenuti che deve stare a cuore a tutti, in Ungheria e in tutte le altre parti del mondo, compresa l’Italia, dove io pochi giorni fa ho visto e ho notizia di un sistema non molto dissimile, perlomeno per gli uomini, un po’ meno per le donne. Cioè di guinzaglio e manette, ma non ai piedi”. Più diretto, sempre da FdI, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli: “Sono certo che il presidente Meloni saprà usare tutto ciò che è in suo potere, nel rispetto delle prerogative della magistratura, per ottenere il rientro della signora Salis in Italia e lo svolgimento di un giusto processo, senza catene“. Sul fronte Lega, taglia corto il vicesegretario Andrea Crippa: “Ogni paese punisce come vuole e non compete a me giudicare quello che si fa in altri paesi”.
Il dibattito si accende in aula
Il dibattito si accende anche in aula alla Camera e al Senato, dove i partiti di opposizione ritrovano l’unità per chiedere un’informativa urgente della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: ad avanzarla sono Pd, M5S, Avs, Azione, Iv e +Eu. A loro si uniscono anche FI e Lega, mentre nessuno si esprime dai banchi di FdI. “Meloni chiami Orban, gli dimostri tutto lo sdegno e riporti Ilaria Salis in Italia“, afferma in aula il deputato Pd Giuseppe Provenzano, mentre Angelo Bonelli di Avs mostra le immagini all’assemblea, “ai parlamentari distratti e a chi non ha visto le immagini. Meloni deve chiamare oggi stesso il premier ungherese. Ilaria Salis deve essere liberata“. Il Movimento 5 Stelle “ha chiesto un’informativa urgente perché Meloni venga a riferire”, spiega il leader Giuseppe Conte, sottolineando che “c’è una nostra connazionale in catene in Ungheria e i nostri patrioti non si sono dimostrati solerti nei suoi confronti. Ci dicono che la presidente Meloni è informata ma non parla, il ministro Lollobrigida non ha visto le immagini, il ministro Tajani non è stato informato dagli ambasciatori. Ma la notizia, bastava leggere le rassegne stampa di mesi fa, era già sui giornali“. La premier Meloni – a quanto filtra – aveva già in programma di parlare con Orban del caso di Ilaria Salis a margine del Consiglio europeo del 1 febbraio, ma i fatti di lunedì potrebbero accelerare i contatti tra i due, che potrebbero vedersi già oggi quando la presidente del Consiglio arriverà a Bruxelles.
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