Il ministro degli Esteri: "Una volta concessi in Ungheria, possiamo chiedere di averli in Italia"
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, fornisce gli ultimi aggiornamenti sul caso di Ilaria Salis, la maestra 39enne detenuta in Ungheria da quasi un anno e sotto processo per lesioni personali aggravate ai danni di due neonazisti. E invita i legali della donna a chiedere gli arresti domiciliari, affermando che finora tale richiesta alle autorità ungheresi non è mai stata fatta. “Noi siamo riusciti a portare in Italia Alessia Piperno che stava in carcere in Iran in condizioni preoccupanti, anche perché il rischio era la piena capitale. Abbiamo portato in Italia Patrick Zaki, lavorando sempre sotto traccia, puntando al risultato e non al clamore mediatico. La richiesta dei domiciliari è una richiesta che gli avvocati fino adesso non hanno fatto. Non dipende da noi“, ha detto il ministro e vicepremier a margine di un convegno di Forza Italia a Rho (Milano). “Noi – ha proseguito – possiamo soltanto seguire le vicende giudiziarie e abbiamo aiutato la famiglia. Abbiamo fatto sì che il procuratore generale andasse a controllare lo stato di detenzione della signora Salis, è andata una psicologa a parlare con lei e abbiamo fatto tutte le verifiche sulle sue condizioni, abbiamo organizzato con la nostra ambasciata l’incontro con i genitori e adesso andrà anche l’ambasciatore di nuovo a incontrarla. Noi possiamo soltanto lavorare perché vengano rispettati i diritti della persona detenuta”, ha concluso.
“Obiettivo è ottenere i domiciliari”
Il ministro ha spiegato che uno snodo fondamentale per la vicenda sarà la concessione degli arresti domiciliari in Ungheria. “Prima bisogna ottenere i domiciliari in Ungheria, dopo bisogna chiedere i domiciliari in Italia. Devono essere concessi prima in Ungheria, poi una volta che sono concessi, se c’è la richiesta degli avvocati, possiamo chiedere di averli in Italia, però prima devono concedere i domiciliari in Ungheria, questo è il punto fondamentale. Noi poi siamo pronti a fare tutto quello che serve, ma seguiamo il caso rispettando le norme vigenti“, ha detto, precisando che si farà “tutto ciò che è possibile per garantire una detenzione rispettosa dei diritti della persona”.
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