La premier ha rilasciato dichiarazioni dopo il bilaterale con Fumio Kishida
Punto stampa di Giorgia Meloni al termine del bilaterale a Tokyo col primo ministro giapponese Fumio Kishida. “Noi abbiamo sempre incontrato gli agricoltori. Dall’inizio del nostro mandato, il mondo agricolo è uno dei principali mondi ai quali abbiamo rivolto la nostra attenzione. Lo dimostrano i fatti e lo dimostra il fatto che noi abbiamo con le leggi di bilancio aumentato le risorse per gli agricoltori. Lo dimostra il fatto che quando abbiamo rinegoziato il Pnrr abbiamo portato le risorse per gli agricoltori da 5 a 8 miliardi del Piano. Lo dimostra il fatto che rispetto alle proteste che ci sono in altri paesi europei, dove non sono stati rinnovati gli incentivi sul gasolio, noi abbiamo fatto lo sforzo di rinnovare gli incentivi sul gasolio e quindi abbiamo fatto il massimo possibile” spiega la premier a proposito della protesta dei trattori. “Abbiamo fatto un grande lavoro, anche nella difesa dei prodotti di eccellenza. La famosa norma che vieta la produzione di cibo sintetico, che è stata derisa, oggi viene presa a modello in diverse nazioni europee e anche al di là dell’oceano. E quindi, diciamo, abbiamo un focus dall’inizio del governo aperto sul tema degli agricoltori. Chiaramente si può sempre lavorare per fare meglio, e io sono sempre disposto ad ascoltare le istanze che arrivano da lavoratori che per noi sono fondamentali. Chiaramente molta della rabbia degli agricoltori arriva da una lettura ideologica della transizione ecologica che ha pensato di poter difendere l’ambiente combattendo gli agricoltori e questa non è la mia visione. Io penso che invece gli agricoltori siano fondamentali e debbano fondamentalmente essere coinvolti all’interno della transizione ecologica se vogliamo che la transizione ecologica funzioni perché sono sicuramente persone diciamo attente alle dinamiche ambientali e attente a far sì che la nostra natura possa trovarsi nella migliore condizione possibile”, ha concluso.
Il Caso Salis e le carceri italiane
“Se la il segretaria Elly Schlein ritiene che il problema del sovraffollamento carcerario, come ha fatto la sinistra in passato, si risolva togliendo i reati, io non sono d’accordo con la sinistra. Penso che il tema del sovraffollamento carcerario si risolva aumentando la capienza nelle carceri, assumendo e sostenendo la polizia penitenziaria come il governo ha fatto in questo anno, perché è l’unica risposta seria che può dare uno Stato. Se invece si ritiene che la risposta seria che può dare lo Stato sia, poiché non c’è abbastanza spazio nelle carceri, togliere i reati per fare in modo che persone colpevoli non paghino e non seguano il corso dei procedimenti giudiziari, su questo non sono d’accordo, ma del resto non sono di sinistra come si sa” ha detto Meloni.
Sul caso Salis, Meloni ha risposto a Schlein: “Schlein dice che sul caso Salis il governo si è mosso con grave ritardo? Non so cosa intenda, ma se lei è più brava di noi sicuramente saprà cosa fare”.
Meloni su Stellantis: “Bizzarre dichiarazioni, no incentivi a una sola azienda”
Meloni ha parlato anche di Stellantis. “Se ci sarà un impegno del governo diretto in Stellantis? Non so cosa si intende esattamente. Quello che io in Parlamento è quello che ribadisco. Chiaramente noi siamo interessati ad ogni forma di investimento che può produrre posti di lavoro. Siamo molto attenti al campo dell’automotive, il rapporto deve essere equilibrato” ha detto la premier. “Ho letto alcune dichiarazioni, per esempio di Tavares, sugli incentivi e devo dire la verità – ha spiegato -: non ho trovato questa intervista, e mi sarebbe sembrato un po’ curioso perché penso che l’amministratore delegato di una grande società sappia che gli incentivi di un governo non possono essere rivolti a un’azienda nello specifico. E penso che si sappia anche che noi abbiamo appena investito un miliardo di euro circa sugli ecoincentivi. Quindi quello che ho letto mi è parso abbastanza bizzarro. Dopodiché noi siamo sempre disponibili e aperti per tutto quello che può produrre in Italia posto di lavoro, chiaramente se invece si ritiene che produrre in altre nazioni, dove c’è un costo di produzione inferiore, sia meglio non posso dire niente, però non mi si dica che l’auto che viene prodotta è italiana, e non la si venda come italiana”.
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