L'Anpi: "Capo dell'associazione neonazista Do.RA. officiava. Si apra indagine"

Un matrimonio in una sede comunale con saluti romani a Varese. “Quanto accaduto al termine della celebrazione a Palazzo Estense è inaccettabile e invito le forze dell’ordine a fare piena chiarezza su quanto avvenuto, individuando al più presto i responsabili e avviando le necessarie azioni penali”. Così il sindaco di Varese, Davide Galimberti, in merito ai fatti accaduti sabato a Palazzo Estense. “Il Comune di Varese – sottolinea Galimberti – è il massimo luogo cittadino dove trovano espressione i valori di antifascismo e libertà, e non può assolutamente essere violato da gesti e slogan che non devono più trovare spazio nella nostra società. Sono sicuro che le forze dell’ordine individueranno al più presto i responsabili di questi atti gravissimi che non rappresentano in nessun modo la nostra città”. Garimberti precisa “che la persona che ha celebrato il matrimonio, per l’ordinamento del nostro Paese, aveva i requisiti per officiarlo. Anzi, il Comune ha effettuato attività istruttorie ulteriori perchè gli uffici comunali non si sono accontentati della semplice autodichiarazione dei requisiti. La celebrazione dunque è avvenuta secondo quanto la legge stabilisce e alla presenza di personale delle forze dell’ordine”. Il sindaco di Varese ricorda inoltre che “negli ultimi tempi fenomeni di questo tipo si stanno verificando sempre più spesso, come negli ultimi giorni ad Acca Larentia, ed è quindi fondamentale e urgente che, oltre alle condanne da parte della comunità democratica, delle forze politiche e associative, arrivi un intervento chiaro che porti finalmente a orientamenti univoci in ordine alle condanne di tali fatti”. 

L’Anpi: “Si apra indagine”

A Varese il capo dell’associazione neonazista Do.Ra. (Comunità Militante Varesina dei ‘Dodici Raggi’) ha officiato il matrimonio di un membro del medesimo gruppo con una gentile signora. Immediatamente dopo il matrimonio, dal balcone di Palazzo Estense, sede del Comune di Varese, lo sposo, accompagnato dalla consorte, ha salutato romanamente gli invitati, che hanno pubblicamente risposto dal giardino sottostante con altrettanti saluti romani. Tutti, sposo compreso, rigorosamente vestiti di nero. C’è un limite, oltre che alle leggi vigenti, anche alla decenza costituzionale, che pare ampiamente superato. Le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione hanno recentemente disposto che il saluto romano integra il delitto di ricostituzione del partito fascista ove la condotta tenuta nel corso di una pubblica manifestazione (il saluto romano è avvenuto in luogo pubblico per antonomasia, cioè la sede del Comune) ‘sia idonea a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista’”. Lo denuncia il presidente dell’Associazione Nazionale dei Partigiani, Gianfranco Pagliarulo che chiede “con la massima urgenza le forze dell’ordine procedano all’identificazione di tutti coloro che si sono esibiti nel saluto romano e alla magistratura di aprire un’indagine per violazione delle leggi Scelba-Mancino. Chiedo inoltre come mai, dopo le innumerevoli manifestazioni di natura neofascista e le tante disavventure giudiziarie di cui si è resa protagonista l’associazione Do.Ra., non si sia ancora proceduto per il suo scioglimento”. 

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