"Occasione unica per celebrare un simbolo così significativo per la Regione", ha dichiarato il presidente Stefano Allasia

San Valentino con il Drapò. In occasione della festa degli innamorati il Consiglio regionale del Piemonte lancia la campagna ‘Drapò 600 anni d’amore‘ per celebrare lo storico emblema dei Savoia, comparso per la prima volta nel 1424 e oggi diventato simbolo della storia, della cultura e dell’identità stessa del Piemonte. “E’ un’occasione unica per celebrare un simbolo così significativo per il Piemonte – ha dichiarato il presidente del Consiglio Stefano Allasia – È un invito a riscoprire il nostro patrimonio storico e culturale, a riappropriarci delle nostre radici e a trasmettere alle future generazioni l’amore nutrito per la nostra terra. Per questo non c’era occasione migliore che la giornata di san Valentino per dare il via alle celebrazioni”.

Il fitto programma di iniziative inizierà il 21 febbraio con la presentazione del libro ‘El Drapò. Storie e curiosità intorno alla bandiera del Piemonte’ ideato e presentato dallo storico Michele D’Andrea e culminerà con il Grande Concerto popolare al Conservatorio di Torino del 26 febbraio e con gli Stati Generali della Cultura Piemontese previsti l’1 e 2 marzo al Circolo dei lettori. “Stiamo coinvolgendo le amministrazioni di tutto il Piemonte per fare in modo che in tutta la Regione, non solo Torino o Venaria ci siano eventi per l’alto riconoscimento della nostra bandiera, che è il simbolo che unisce – ha proseguito – Come tutti gli eventi del Consiglio regionale stiamo cercando di dare maggiore enfasi possibile per far conoscere e riconoscere la grande storia del Piemonte in tutte le sue sfaccettature. In questa legislatura abbiamo identificato la bandiera, che è una bandiera istituzionale che raccoglie i 1180 comuni, perciò festeggiare i 600 anni ha un’ulteriore valenza”.

Per il divulgatore storico D’Andrea ricordare il drapò è importante perché “pur essendo uno dei più antichi simboli territoriali, ha cominciato a punteggiare il paesaggio piemontese solamente alla fine degli anni 60 del Novecento – ha svelato – Il miracolo è stato che l’emblema è stato immediatamente percepito dai piemontesi come qualcosa di proprio. È raro trovare qualcosa che si sia affermato in maniera così potente a raccontare proprio l’identità del Piemonte”.

Tra gli eventi più attesi ci sarà anche il corteo a Venaria dei gruppi storici e, una settimana dopo, in occasione della ricorrenza dell’anniversario dell’Unità d’Italia del 17 marzo, la riapertura straordinaria della Camera dei Deputati del Parlamento subalpino ad opera del Museo del Risorgimento. In una giornata che permetterà al pubblico di rivivere le atmosfere dell’epoca dato che per l’occasione è previsto “un accompagnamento di composizioni musicali che sono state la colonna sonora del Risorgimento – ha sottolineato la presidente del museo Luisa Papotti – Brevi composizioni che servivano a raccontare a chiunque con un linguaggio semplice e immediatamente percepibile del canto che cosa stava accadendo: i fatti, gli eventi e le aspirazioni dei personaggi del Risorgimento”.

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