La premier ha siglato l'accordo di sviluppo e coesione con la Regione Calabria e ha detto: "Lavori, invece che manifestare"

Botta e risposta a distanza tra il presidente della Regione Campania Vincendo De Luca e Giorgia Meloni, che si trova a Gioia Tauro per la firma dell’accordo di sviluppo e coesione con la Regione Calabria, sul tema dell’autonomia differenziata. De Luca ha dato alla premier della “str…”. “Il presupposto per la realizzazione dell’autonomia differenziata è l’individuazione dei livelli essenziali di prestazione. Definire quei livelli impone di garantire quei livelli anche a chi finora non erano garantiti. Inoltre, l’autonomia differenziata non significa togliere a una Regione per dare a un’altra, perché è un tema di rapporto tra lo Stato e le Regioni, e il divario si crea tra le amministrazioni capaci e quelle non capaci, non tra Nord e Sud. Non c’è affatto un tentativo di indebolire, ma un tentativo di rafforzare, sapendo quello che è l’enorme potenziale del Mezzogiorno. I cittadini che vivono in queste regioni non devono avere paura di niente, perché hanno affrontato di tutto, compresa la ‘ndrangheta”. Meloni aveva poi lanciato una ‘stoccata’ a distanza a De Luca, che manifestava a Roma contro l’autonomia: “Questo è il decimo accordo di coesione, e altri sei o sette sono pronti, tutti sono collaborativi tranne uno che non lo è. Ma visto che in quel caso è stato speso solo il 24% dei fondi, se invece di fare le manifestazioni ci si mettesse a lavorare si otterrebbe qualche risultato in più”. 

Senza soldi non si lavora. Lavora tu st…” ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, davanti a Montecitorio, replicando proprio alle parole della premier Giorgia Meloni sulla manifestazione da lui promossa. De Luca, dopo Montecitorio, si è recato con i sindaci che hanno partecipato alla manifestazione contro il ddl Autonomia, in prefettura. In questo momento è all’interno del palazzo di via IV Novembre con una delegazione di partecipanti.

 

Prima si era registrata tensione in piazza Colonna, a Roma, dove i manifestanti, tra i quali molti sindaci, sono rimasti bloccati dietro la cordata delle forze dell’ordine, su via del Corso, mentre il governatore chiedeva un incontro con le istituzioni. Dalla piazza si sono alzati cori che hanno urlato “fascisti”, prima di intonare “Bella Ciao”. De Luca è rimasto una decina di minuti davanti al portone chiuso di Palazzo Chigi, poi ha detto: “Sono scomparsi tutti” e si è diretto verso Montecitorio dove è entrato. 

I fondi di sviluppo e coesione

“Consentitemi di fare mezzo passo indietro sul lavoro che ci ha portato qui. I fondi di sviluppo e coesione sono quelli che devono servire a eliminare i divari tra i diversi territori e far sì che tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti. Quando siamo arrivati al governo ci siamo resi conto che queste risorse in molti casi non si spendevano o si spendevano con enormi ritardi. Potevamo andare avanti così, ma una Nazione come la nostra non può permetterselo. Allora il ministro Fitto ha lavorato con tutti i presidente di Regione per fare una mappatura e avviare il confronto sulla nuova programmazione. Per noi l’obiettivo è spendere tutte le risorse e spenderle nel migliore dei modi. È nato il decreto Sud, che istituisce questi accordi di coesione, che vengono proposti dalla Regione e condivisi dal governo, per inserire queste risorse nel contesto di una strategia” ha detto Meloni.

“Le opere che non vengono realizzate – ha spiegato – si possono definanziare per spostare le risorse su altri progetti. C’è un meccanismo di responsabilizzazione che garantisce che non si disperdano risorse preziose. E questo lo dobbiamo mettere anche in rapporto con il Pnrr, perché ci siamo accorti che in alcuni casi le risorse si sovrapponevano, ed è per questo che ho dato entrambe le competenze allo stesso ministro, per far sì che il lavoro fosse fatto bene”, ha aggiunto la premier. “A chi mi accusa di dividere l’Italia vorrei dire che l’Italia è stata divisa da chi credeva ci fossero cittadini di serie A e serie B. Io penso ci siano due modi per affrontare il divario: il reddito di cittadinanza e le infrastrutture di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza è la risposta di chi considerava questi territori non recuperabili, con un destino ineluttabile, e diceva: ‘non posso fare nulla per lo sviluppo e non ho bisogno del tuo contributo e quindi quello che posso fare è mantenerti in condizione di povertà’. Non è la mia visione del potenziale di questi territori. La sfida è consentire di dimostrare quello che valgono, con le stesse condizioni concesse ad altri cittadini in altre regioni. Questo si fa con l’investimento sulle infrastrutture”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Gioia Tauro per la firma dell’accordo di sviluppo e coesione con la Regione Calabria.

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