Sale la tensione tra FdI e Lega sulla possibilità di un terzo mandato per i governatori. Gli alleati di governo hanno una settimana di tempo per trovare una soluzione, poi si voterà al Senato l’emendamento al dl Elezioni presentato dal Carroccio che consente ai presidenti di regione uscenti, con già due mandati alle spalle, di ricandidarsi. Se si arrivasse al voto, stanti le posizioni attuali, la maggioranza si spaccherebbe. Anche perché il presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, Alberto Balboni, come già trapelato ieri non intende dichiarare inammissibile l’emendamento leghista ma aspetta che si sciolga il nodo politico.
“Il tema del terzo mandato è molto delicato e mi rifiuto di discuterne all’interno di un decreto per l’accorpamento di elezioni europee e amministrative”, apre oggi le ‘ostilità’ il ministro per i Rapporti con il Parlamento ed esponente FdI Luca Ciriani, ribadendo che il tema “non si discute in un decreto che ha urgenza di essere approvato, non è quello lo strumento. Va fatta una riflessione più ampia all’interno di un disegno di legge e non un blitz, perché questo non porta da nessuna parte”.
La questione chiama in causa il governatore del Veneto Luca Zaia, che la Lega potrebbe ricandidare nel 2025 se passasse la norma sul terzo mandato. Tuttavia, osserva Ciriani, anche nel Veneto “un’alternanza è possibile, perché nessuno è eterno e neanche Zaia. La nostra stella polare è l’alleanza di centrodestra” ma “per Zaia sarebbe il quarto mandato” ed “è giusto che ci venga attribuito un peso proporzionale ai nostri voti”. A rispondere, a stretto giro, è il diretto interessato. “L’eternità non è di questo mondo e quindi è vero che nessuno è eterno”, ride Zaia intervenendo a Radio 1, spiegando che “trovo anche simpatico, e mi fa anche un po’ sorridere, pensare che l’unico dibattito di questo Paese sia il sottoscritto. Mi sento un po’ come San Sebastiano con le frecce che arrivano, ma io ho altro da fare, non ho tempo da perdere. Se l’unico problema è questo ne prendo atto. Tutti i giorni si parla del mio futuro, non ho mai avuto tanta gente interessata al mio futuro”.
Nel merito della possibilità di un’estensione dei mandati per i governatori, Zaia sottolinea che “qui non si tratta di decidere se lasciare dei presidenti di regione oppure no, si tratta di fare una scelta di campo: se decidiamo di mettere al centro i cittadini nella scelta della classe dirigente, allora dobbiamo togliere il blocco dei mandati, che in Italia in maniera atipica esiste solo per i sindaci e i governatori, mentre non esiste per parlamentari o presidenti del Consiglio”. A dargli manforte è il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, che però esclude uno scambio tra terzo mandato e premierato: “Non giochiamo ai ricatti e non incitiamo agli stop”, le questioni “non sono legate” perché “noi siamo abituati a entrare nel merito delle cose: sulla questione del terzo mandato vogliamo lasciare la possibilità a chi governa, come per alcuni sindaci, di potersi ricandidare e di sottoporsi al giudizio del popolo. Perché conta la democrazia e non i tavoli romani”.
La polemica si inserisce in un clima di rapporti non proprio distesi tra i due partiti alleati, le cui differenze sono emerse ultimamente su diversi altri temi, dagli agricoltori allo stesso premierato. Il ministro dell’Agricoltura di FdI, Francesco Lollobrigida, la vede così: “Si vota con il proporzionale, è normale che ognuno voglia distinguersi”, ma “è noto che l’elettore del centrodestra vuole l’unità e punisce chi lavora per dividere. È già successo in passato”, quando “gli attacchi di Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi gli sono costati la leadership della destra italiana”. Il tema intanto agita anche il Pd. È di ieri il botta e risposta tra il capogruppo al Senato Francesco Boccia, che si diceva contrario al terzo mandato, e i sindaci dem. Oggi entra nel dibattito il presidente del Copasir Lorenzo Guerini: “Sono personalmente favorevole al terzo mandato anche perché l’attuale distinzione in base al numero degli abitanti non mi pare molto sensata” e “credo che il Partito Democratico, insieme ai nostri sindaci, dovrebbe essere pronto a discuterne”.