La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata questa mattina alla stazione di Kiev, nel giorno del secondo anniversario dell’invasione. Con le premier sul treno hanno viaggiato anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il primo ministro canadese Justin Trudeau e il premier belga Alexandre De Croo. Nel pomeriggio Meloni presiede da Kiev la riunione in video conferenza del G7 a cui prende parte anche il presidente ucraino Volodimyr Zelensky.
Macron intanto ha comunicato che non partecipa al vertice del G7 in videoconferenza, perché, secondo i media francesi, sta cercando di trattare a livello nazionale proprio con gli agricoltori. Macron è sostituito dal ministro degli Esteri, Stéphane Séjourné.
“Rendiamo omaggio anche allo straordinario coraggio di Alexei Navalny e siamo vicini alla moglie, ai figli e ai suoi cari. Ha sacrificato la sua vita contro la corruzione del Cremlino e per elezioni libere ed eque in Russia”. Così i leader del G7 in una dichiarazione successiva alla riunione di oggi. “Chiediamo al governo russo di chiarire completamente le circostanze della sua morte – prosegue la dichiarazione – chiediamo inoltre al governo russo di liberare tutti i prigionieri detenuti ingiustamente e di porre fine alla persecuzione dell’opposizione politica e alla sistematica repressione dei diritti e delle libertà dei russi. Riterremo responsabili i colpevoli della morte di Navalny, anche continuando a imporre misure restrittive in risposta alle violazioni dei diritti umani”.
“Continueremo ad aumentare il costo della guerra russa, a degradare le fonti di reddito della Russia e a ostacolare i suoi sforzi per costruire la sua macchina da guerra, come dimostrano i pacchetti di sanzioni recentemente approvati”. Così i leader del G7, a guida italiana, dopo la riunione odierna. “Continuiamo a contrastare, in stretta collaborazione con i Paesi terzi, tutti i tentativi di eludere e di far rispettare le sanzioni. Imporremo ulteriori sanzioni a società e individui di Paesi terzi che aiutano la Russia ad acquisire armi o input chiave per le armi”.
“Noi leader del Gruppo dei Sette (G7) abbiamo incontrato oggi il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky per ribadire il nostro incrollabile sostegno all’Ucraina e omaggiare ancora una volta il coraggio e la resilienza del popolo ucraino che lotta instancabilmente per la libertà e il futuro democratico dell’Ucraina”. Inizia così la dichiarazione finale della riunione odierna del G7, a guida italiana. Gli ucraini, si legge ancora, “hanno resistito per due anni all’invasione illegale, ingiustificabile e immotivata su larga scala della Russia, che costituisce una palese violazione della Carta delle Nazioni Unite. Hanno hanno dimostrato la loro volontà di sconfiggere la macchina da guerra del presidente Putin, di ripristinare l’integrità territoriale della loro nazione e di difendere la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”.
“Il messaggio che voglio inviare oggi ancora una volta a Volodymyr Zelensky, ma soprattutto a tutto il popolo ucraino, è che non sono soli. Vogliamo che sappiate che noi siamo profondamente grati a questo popolo per continuare a lottare per la difesa dell’Europa, per la nostra sicurezza, perché banalmente la sicurezza dell’Ucraina e la sicurezza dell’Europa coincidono”, ha detto Meloni. “Con grande concretezza e con convinzione abbiamo sostenuto la decisione di aprire i negoziati di adesione all’Unione europea così come una revisione del bilancio pluriennale dell’Unione che ci consentisse di garantire sostegno duraturo per i prossimi quattro anni. Insomma, ci siamo impegnati tutti in prima persona e voglio per questo ringraziare anche tutti i miei colleghi”, ha aggiunto la premier durante un punto stampa.
La premier Meloni ha garantito l’aiuto dell’Italia per la ricostruzione dell’Ucraina al termine della guerra. “Siamo pronti a svolgere un ruolo da protagonisti in materia anche di ricostruzione. Lo faremo durante la presidenza del G7 e lo faremo nel 2025 quando ospiteremo la ‘Ukraine recovery conference’, perché parlare di ricostruzione significa scommettere sulla vittoria dell’Ucraina, su un futuro di pace, su un futuro di libertà, su un futuro europeo per questa nazione. Le imprese dell’Italia, seconda nazione industriale europea, con le loro competenze, il loro dinamismo sono chiaramente pronti a fare la loro parte”, ha detto la presidente del Consiglio in conferenza stampa.
“È necessario un approccio a 360 gradi che vuole aiutare l’Ucraina a guardare al futuro, penso alla cooperazione in ambito industriale, penso alla cooperazione in ambito economico, sulle infrastrutture critiche ed energetiche, penso al sostegno umanitario. Con la firma di oggi noi riaffermiamo che l’Italia continuerà ad assicurare il necessario sostegno alla libertà, all’indipendenza di una nazione aggredita, aiutandola insieme al resto della comunità internazionale a costruire il suo futuro”, ha aggiunto.
Giorgia Meloni ha ribadito ancora una volta il sostegno militare di Roma a Kiev. “Tra i fatti concreti, il più importante per quello che riguarda l’Italia, chiaramente, è la firma – lo ricordava il presidente Zelensky – dell’accordo sulle nostre garanzie per la sicurezza dell’Ucraina. È un accordo che di fatto declina l’impegno assunto insieme agli altri membri del G7 nel luglio scorso ma a margine del vertice Nato di Vilnius che già altri Paesi hanno concretizzato e che altri Paesi concretizzeranno”, ha detto la presidente del Consiglio in conferenza stampa. “Continuiamo a sostenere l’Ucraina in quello che io ho sempre ritenuto il giusto diritto del suo popolo a difendersi. Questo presuppone necessariamente anche il sostegno militare, perché confondere la tanto sbandierata parola pace con la resa come fanno alcuni strumentalmente è un approccio ipocrita che noi non condivideremo mai. Ma è necessario mettere a sistema le diverse linee d’azione”, ha aggiunto la premier.
Kiev e Roma, intanto, hanno firmato un nuovo accordo bilaterale per la sicurezza. Lo ha annunciato Zelensky. “I nostri incontri con la premier italiana Giorgia Meloni sono sempre significativi. Oggi abbiamo ottenuto un risultato importante. Abbiamo firmato un accordo bilaterale di cooperazione in materia di sicurezza tra Ucraina e Italia”, ha detto sui social il presidente ucraino. “Questo documento getta solide basi per un partenariato di sicurezza a lungo termine tra i nostri Paesi. Abbiamo anche discusso di un ulteriore sostegno all’Ucraina nel contesto della Presidenza italiana del G7. Sono grato all’Italia per il suo sostegno all’Ucraina e alle nostre capacità di difesa, nonché agli sforzi di recupero e all’approvazione degli aiuti militari fino alla fine del 2024″, ha aggiunto.
Anche la premier italiana ha commentato la firma del nuovo accordo bilaterale. “Io ritengo che gli accordi di sicurezza siano la migliore precondizione possibile per qualsiasi soluzione e qualsiasi pace giusta e duratura. Anche in passato sono stati firmati degli accordi, quegli accordi sono stati violati e, se non c’è chi garantisce che quegli accordi domani vengano mantenuti, è inutile tentare di lavorare a qualsiasi pace giusta. Quindi, questa è la ragione per cui stiamo firmando questi accordi. La durata di questo impegno è di dieci anni”, ha detto Meloni.
“Un’Europa unita non cadrà in mano ai ricatti della Russia”, ha detto Zelensky in conferenza stampa congiunta da Kiev. L’aggressione di Mosca nei confronti dell’Ucraina “ha portato conseguenze negative a cascata per molti Paesi del mondo ma noi possiamo e dobbiamo ripristinare la stabilità e la protezione del nostro continente”. Il presidente ucraino ha quindi esortato ad “agire per quanto riguarda l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione europea”, ricordando che è stata raggiunta una “soluzione politica sull’apertura dei negoziati per l’adesione all’Unione europea”.
A fianco dell’Ucraina “l’Italia c’è, questo penso che si veda, a maggiore ragione adesso come presidente del G7″ ha detto Meloni. “Continuiamo a garantire il nostro sostegno, oggi firmeremo anche le nostre garanzie di sicurezza – ha aggiunto Meloni – banalmente perché riteniamo che in Ucraina si combatta anche per la nostra libertà: è un nostro interesse nazionale. Quello che è accaduto negli ultimi due anni, con i focolai di crisi che vediamo è frutto di quell’invasione, quando saltano le regole del diritto internazionale si rischia di ritrovarsi in un mondo in cui chi è più forte invade il vicino, nessuno è più al sicuro e non so se ci conviene un mondo del genere”. “Se le cose fossero andate come nel sentimento di chi invadeva – ha proseguito Meloni – questa guerra sarebbe durata 3 giorni e invece noi oggi ci ritroviamo in una situazione di equilibrio nel conflitto che è la precondizione di qualsiasi ipotesi di pace perchè non si può scambiare un’invasione con la pace. Quello che si può fare è costruire un equilibrio e a un certo punto cercare un’altra soluzione. Doveva essere una guerra lampo e non lo è stata, dovevano invadere metà del territorio dell’Ucraina e non è successo, l’Ucraina ha poi riconquistato parte del territorio. Attenzione a non essere vittime di una propaganda che conosciamo abbastanza bene”.
“In questo luogo noi respiriamo la storia e la storia ci ricorda che c’è qualcosa di più forte dei missili, bombe, fame o freddo” e segnala “l’amore per la patria e per la libertà” e “la volontà di assicurare un futuro di prosperità e benessere”. L’inno ucraino recita: “daremo i nostri corpi e le anime per la nostra libertà. È accaduto qui su questa pista. È accaduto qui che ucraini coraggiosi e orgogliosi hanno dato i loro corpi e le loro anime per la propria libertà e la propria nazione in questi due anni di resistenza. E siamo qui per dire grazie a quegli uomini e a quelle donne che il 24 febbraio di due anni fa non sono scappati via e si sono fatti avanti per loro stessi e per le loro famiglie. L’Europa, l’Occidente sono qui per celebrare un atto di amore, perché qui gli ucraini hanno difeso ciò che amavano e, così facendo, hanno difeso noi”. “Questa terra è un pezzo della nostra casa e faremo la nostra parte per difenderla“.
“Noi continuiamo a garantire il nostro sostegno – ha detto ancora Meloni -, oggi firmeremo anche le nostre garanzie di sicurezza. Banalmente perché riteniamo che in Ucraina si combatta anche per la nostra libertà. È un nostro interesse nazionale e quello che è accaduto negli ultimi due anni, con i focolai di crisi che si continuano a moltiplicare, è figlio di quell’invasione. Quando saltano le regole del diritto internazionale, si rischia di trovarsi in un mondo nel quale chi è militarmente più forte invade il suo vicino: nessuno è più al sicuro e non so se ci conviene un mondo del genere”.
“A Kiev per celebrare l’anniversario del secondo anno di guerra della Russia all’Ucraina. E per celebrare la straordinaria resistenza del popolo ucraino”. Così su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che aggiunge: “Oggi più che mai siamo al fianco dell’Ucraina. Finanziariamente, economicamente, militarmente e moralmente. Finché il Paese non sarà finalmente libero”.
Sulla morte in prigione di Alexei Navalny, il leader dell’opposizione russa, “mi limito a guardare ai fatti”. Lo dice in una intervista al Giornale la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aggiungendo che “se Navalny non fosse stato imprigionato dal governo russo in un carcere siberiano e in co ndizioni durissime, non solo oggi sarebbe un uomo libero ma anche vivo e in salute. Le responsabilità del regime russo sono chiare”.
“L’Italia, l’Europa e l’Occidente devono continuare ad essere al fianco di Kiev, perché difendere l’Ucraina non vuol dire amare la guerra, ma esattamente il contrario. Vuol dire allontanare la guerra, tutelare il nostro interesse nazionale e impedire che il sistema internazionale fondato sulle regole vada definitivamente in frantumi. Non conviene a nessuno, a noi europei per primi, un mondo nel quale vige il caos e non la forza del diritto” dice ancora la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell’intervista al Giornale. “Quando il 24 febbraio di due anni fa la Russia ha invaso l’Ucraina in molti hanno pensato che fossimo davanti ad un ‘cigno nero’ della storia, ovvero un evento del tutto imprevedibile. In realtà, l’invasione russa era la naturale e prevedibile conseguenza della visione neoimperialista di Putin, già manifestata da molti anni e su vari fronti. Ma due anni fa le ambizioni di Mosca si sono infrante contro un vero ‘cigno nero’, l’incredibile resistenza del popolo ucraino. Nei piani di Putin la guerra sarebbe dovuta durare pochissimo e, una volta capitolata l’Ucraina, l’attenzione si sarebbe rivolta ad altri Stati confinanti, non solo europei. Ciò non è successo. L’Ucraina non è capitolata in pochi giorni, ha liberato gran parte del territorio occupato, ha reso inimmaginabile ogni ipotesi di invasione totale e ha inferto alla Russia perdite estremamente ingenti. Obiettivi strategici che la disinformazione russa cerca di nascondere”, osserva Meloni. “Il desiderio di pace dei nostri cittadini è sacrosanto, e lo comprendo perfettamente. Ma ciò che sta accadendo in Ucraina non è qualcosa di lontano da noi nello spazio e nel tempo, è qualcosa di molto più vicino di quanto si possa credere”, e questo “non solo dal punto di vista umano, ma ancor di più da quello geopolitico e di sicurezza”. Dunque “la fine della guerra e la costruzione di una pace giusta e duratura sono i nostri obiettivi. E dobbiamo spendere ogni energia in questa direzione. Ma Putin può essere convinto a sedersi al tavolo dei negoziati solo se viene garantito l’equilibrio delle forze in campo. E questo può essere assicurato solo se l’Italia, l’Europa e l’Occidente continueranno ad aiutare l’Ucraina”, conclude.
Sarà la cattedrale di Santa Sofia di Kiev la location da cui la presidente del Consiglio presiederà in videoconferenza il G7 di questo pomeriggio (alle 16 italiane), organizzato nel secondo anniversario della guerra di aggressione russa. La premier giunta in mattinata a Kiev assieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Alexander De Croo, primo ministro del Belgio che è presidente di turno del Consiglio Ue, e il primo ministro canadese Justin Trudeau, parteciperà a breve a una cerimonia all’aeroporto internazionale Antonov di Hostomel, dove il presidente ucraino Volodymyr Zelensky consegnerà le onorificenze militari ad alcuni soldati superstiti della battaglia di Hostomel. Successivamente, dop aver deposto una corona di fiori al Muro del Ricordo dei Caduti per l’Ucraina, Meloni si recherà a Palazzo Mariinskyi, dove sarà ricevuta da Zelensky.
Al termine dell’incontro i due rilasceranno dichiarazioni congiunte. Prima del G7 in videocollegamento dal complesso di Santa Sofia, in agenda anche un pranzo di lavoro offerto dal presidente ucraino.