Fumata bianca su Basilicata, Piemonte e Umbria in attesa dell'appuntamento in Abruzzo per archiviare la sconfitta in Sardegna
Archiviare la sconfitta in Sardegna confermando tra meno di due settimane l’Abruzzo. Nel centrodestra un secondo ko consecutivo non viene preso in considerazione. L’analisi della premier Giorgia Meloni è che se “nonostante le liste di centrodestra avessero la maggioranza dei consensi, non siamo riusciti a vincere col candidato presidente qualcosa è stato sbagliato“. Spiace, ammette, ma le sconfitte sono “una occasione per mettersi in discussione: lo prendo come uno sprone a migliorare e fare ancora di più e meglio”.
Clima di fiducia per l’Abruzzo
Nella coalizione si respira infatti un clima di fiducia in vista della sfida del 10 marzo tra il governatore uscente Marco Marsilio (FdI) e Luciano D’Amico, sostenuto da un’ampia coalizione di centrosinistra che va dalla sinistra ai moderati di Azione e Italia Viva passando per Pd e M5s. La premier Giorgia Meloni e i vice Matteo Salvini e Antonio Tajani saranno a Pescara martedì prossimo per tirare la volata al candidato del centrodestra.
Accordo su Bardi-Cirio-Tesei
E tra gli alleati, dopo un lungo tira e molla, sono stati sciolti anche gli ultimi nodi legati al dossier regionali. Con una nota congiunta di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e Udc è arrivato il via libera a tutti i presidenti uscenti di Basilicata, Piemonte e Umbria “che hanno ben governato” e che “saranno i candidati di tutto il centrodestra unito ai prossimi appuntamenti elettorali”. Si tratta della conferma di Vito Bardi per la Lucania, di Alberto Cirio per il Piemonte e di Donatella Tesei per l’Umbria. Il primo dei tre ad affrontare il test delle urne sarà Bardi col voto in programma il 21 e 22 aprile. L’investitura ufficiale del governatore era sollecitata da mesi da Forza Italia. “Non vedo alternative“, aveva spiegato anche mercoledì il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, spiegando che “non va deciso il candidato sulla base di elezioni che intervengono con equilibri che cambiano, ma va deciso, come faceva Berlusconi, sulla base della capacità e della persona che deve interpretare quel ruolo, al di là di quanto pesi il suo partito”. Il metodo del Cav, ha ricordato, “ha sempre premiato in 30 anni il centrodestra e se questo fa storcere il naso a qualcuno, pazienza”. La sconfitta in Sardegna e le modalità con cui si è concretizzata hanno convinto il centrodestra a fare sintesi nel minor tempo possibile per non ripetere gli errori commessi. “Si devono scegliere i candidati molto prima e senza liti“, il messaggio del capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti. Simile il pensiero della sorella della premier, Arianna Meloni, che parlando della Sardegna ha ammesso che “siamo arrivati tardi con il candidato“, escludendo frizioni tra alleati: “Non abbiamo litigato. Siamo gente che cerca di fare dei ragionamenti”. Che alla fine hanno portato alla fumata bianca sul dossier.
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