Pisa, Piantedosi difende i suoi uomini: “No a processi sommari”

Informativa alla Camera del ministro dell'Interno che fa sue le parole del presidente della Repubblica

 Sui fatti di Firenze e Pisa il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, tiene fermo il punto ed anzi rilancia: “Il rischio di incidenti e di scontri è pari a zero se i manifestanti non pongono in essere comportamenti pericolosi o violenti, rispettando le regole“. Nell’Aula di Montecitorio, il titolare del Viminale ripercorre quanto accaduto la settimana scorsa al culmine dei cortei pro-Palestina nelle due città toscane, concluse con le cariche degli agenti sui manifestanti. Piantedosi esordisce dicendosi “turbato” dalle immagini: “Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza“. Tuttavia – ha aggiunto il ministro dell’Interno – va sottolienato “il diritto degli appartenenti alle forze di polizia di non subire processi sommari”.

Piantedosi difende in modo veemente i suoi uomini puntando il dito contro i manifestanti, autori di “ripetuti tentativi di sfondamento”. Le “criticità” di Firenze e Pistoia non rappresentano che una percentuale minima delle “turbative” possibili durante manifestazioni di piazza. E a testimonianza di questo, Piantedosi snocciola i dati riferiti ai primi due mesi del 2024: “Dal primo gennaio di quest’anno, sono state 2.538 le manifestazioni con 150.388 operatori impegnati, e solo nell’1,5% dei casi si sono registrate criticità o turbative di ordine pubblico”.

Incidenti che, come osserva il ministro, sono accaduti anche in passato “con governi di orientamento politico diverso da quell’attuale” che, al contrario di quanto asserito da ambienti antagonisti, “fin dall’inizio del conflitto israelo-palestinese, ha garantito la piena libertà di manifestare a tutte le parti, non opponendo mai divieti e sostenendo un rilevantissimo sforzo in termini di mezzi e uomini impiegati per garantire la sicurezza”. Il Viminale denuncia invece “un clima di crescente aggressività nei confronti delle Forze dell’ordine, sia allo scopo di essere attrattiva che di provocare reazioni da parte di chi gestisce l’ordine pubblico, al fine di aumentare il livello di contrapposizione fra la piazza e le Istituzioni”. Da qui la richiesta di Piantedosi a tutte le forze politiche affinchè condividano la necessità “ad abbassare i toni”.

Infine, l’inevitabile richiamo alle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che aveva condannato l’uso dei manganelli sui giovani. “Come il Capo dello Stato sono convinto anch’io che l’autorevolezza delle forze di polizia non si nutre dell’uso della forza – ha detto Piantedosi -. Questa autorevolezza si fonda sul sacrificio di centinaia di caduti nella lotta al terrorismo e alla criminalità, nella leale difesa delle istituzioni democratiche anche negli anni più bui della Repubblica, nella capacità di accompagnare con equilibrio e professionalità lo sviluppo della società italiana”.