Dossieraggio, tra vittime Durigon e Adinolfi. Si indaga su accuse a Gravina

I due magistrati avevano chiesto di essere auditi su presunti indagini a danno di politici, sportivi e personaggi e dello spettacolo

L’Ufficio di presidenza della commissione parlamentare antimafia, guidata dalla presidente Chiara Colosimo, ha calendarizzato le audizioni del Procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, per mercoledì 6 marzo alle ore 16:30, e quella del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, per giovedì 7 marzo alle ore 10. I due magistrati ieri avevano chiesto di essere auditi dalla stessa commissione oltre che dal Csm e dal Copasir in merito all’inchiesta su presunti dossieraggi ‘a danno’ di politici e personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo.

Cosa si sa fino a ora

Tra le vittime del presunto sistema di dossieraggio, anche il senatore e sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Claudio Durigon, l’Europarlamentare pontino, Matteo Adinolfi, l’ex capogruppo della Lega alla Regione Lazio, Angelo Tripodi, originario della provincia di Latina e Vincenzo Zaccheo, candidato a sindaco del centrodestra a Latina. E’ questo che è emerso dalle indagini della procura di Perugia sull’ufficiale della GdF, Pasquale Striano, che avrebbe passato alla stampa dati riservati, che avrebbe attinto dalla banca dati a in uso alle forze di polizia.

Il procuratore aggiunto della procura di Roma, Giuseppe Cascini, ha aperto un fascicolo sulle accuse contro il presidente della Figc Gabriele Gravina. L’indagine per il momento non ha ipotesi di reato e nasce da una segnalazione, della Dna che segnalava presunte attività illecite che, secondo le accuse tutte da verificare, sarebbero state messe in atto da Gabriele Gravina presidente della Figc. Il filone madre dell’inchiesta è coordinato invece dalla procura della Repubblica di Perugia per il coinvolgimento di un magistrato della Dna. 

La reazione del centrodestra

“Pezzi di stato che lavorano contro altri pezzi di stato, ascoltato spiando anche qualcuno che è è seduto qua, una vergogna di stampo sovietico” ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini questa mattina parlando sul palco di Genova nel corso della presentazione e dell’apertura dei lavori del tunnel subortuale facendo riferimento all’inchiesta su presunti dossieraggi della procura di Perugia. 

“Siamo di fronte a una P2 moltiplicata per cento quindi bisogna tenere alta la guardia. Chi ha conflitti d’interessi non partecipi alla Commissione Antimafia, mi riferisco a chi è stato alla guida della Direzione nazionale antimafia. Che poi la cultura del sospetto l’hanno creata i grillini” ha detto invece il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri. 

La solidarietà ai giornalisti

“Dopo l’esposto del Ministro della Difesa Guido Crosetto tre giornalisti del quotidiano Domani sono finiti sotto inchiesta a Perugia per accesso abusivo e rivelazione di segreto. Ai tre cronisti e all’intera redazione del quotidiano va la nostra solidarietà. La loro unica colpa è quella di aver raccontato la verità”. Così in una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. “La legge professionale n. 69/1963 e la legge sulla privacy del 1996 tutelano il segreto dei giornalisti sulla fonte delle notizie. Chi dalla destra parla di Dossieraggio lo fa solo per gettare fumo negli occhi dei cittadini: le uniche intenzioni dei giornalisti infatti erano quelle di raccontare notizie e non di ricattare i potenti come invece fa chi fabbrica dossier. Consideriamo tutta questa vicenda dunque come un grave sopruso ai danni della stampa libera”, conclude Pignedoli. 

Sono almeno 800, gli accessi abusivi alle banche dati, tra cui lo SdI, il sistema d’indagine in un alle forze di polizia, contestati all’ ufficiale della GdF, Pasquale Striano, indagato insieme ad altre 14 persone, per abuso d’ufficio e accesso abusivo alle banche dati anche dell’anagrafe tributaria, dove venivano riportate anche le segnalazioni per operazioni finanziarie sospette. Nell’inchiesta, tutt’altro che archiviata, partita dalla procura di Roma, e trasmessa per competenza a Perugia perché tra gli indagati figura anche il nome del magistrato della DNA, Antonio Laudati. Le informazioni, secondo quanto si legge negli atti dell’indagine, arrivavano tramite un altro indagato e da altri ufficiali della Gdf. Tra gli spiati, figurano tra gli altri i nomi del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, dell’ex ministro Vittorio Colao, di Michele Vietti, già vicepresidente del Csm Michele Vietti, di Letizia Moratti ex sindaca di Milano di Enrico Michetti, candidato sindaco a Roma, nelle ultime elezioni. La procura di Perugia, contesta al magistrato, Antonio Laudati, quattro accessi abusivi.

Ottocento accessi abusivi alle banche dati

Sono almeno 800, gli accessi abusivi alle banche dati, tra cui lo SdI, il sistema d’indagine in un alle forze di polizia, contestati all’ ufficiale della GdF, Pasquale Striano, indagato insieme ad altre 14 persone, per abuso d’ufficio e accesso abusivo alle banche dati anche dell’anagrafe tributaria, dove venivano riportate anche le segnalazioni per operazioni finanziarie sospette. Nell’inchiesta, tutt’altro che archiviata, partita dalla procura di Roma, e trasmessa per competenza a Perugia perché tra gli indagati figura anche il nome del magistrato della DNA, Antonio Laudati. Le informazioni, secondo quanto si legge negli atti dell’indagine, arrivavano tramite un altro indagato e da altri ufficiali della Gdf. Tra gli spiati, figurano tra gli altri i nomi del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, dell’ex ministro Vittorio Colao, di Michele Vietti, già vicepresidente del Csm Michele Vietti, di Letizia Moratti ex sindaca di Milano di Enrico Michetti, candidato sindaco a Roma, nelle ultime elezioni. La procura di Perugia, contesta al magistrato, Antonio Laudati, quattro accessi abusivi.