A riguardo, secondo l'emendamento approvato dalla commissione giustizia del Senato, decide il gip e non il pm
La commissione Giustizia del Senato ha concluso l’esame del disegno di legge presentato dal senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin che pone una stretta al sequestro di smartphone e computer, facendolo rientrare nel regime previsto per le intercettazioni. Secondo l’emendamento, presentato dal relatore Sergio Rastrelli (FdI), sul sequestro decide il gip e non il pm. Il giudice per le indagini preliminari, a richiesta del pubblico ministero, “dispone con decreto motivato il sequestro di dispositivi e sistemi informatici o telematici, o di memorie digitali”, nel rispetto “del criterio di proporzione” e “il decreto che dispone il sequestro è immediatamente trasmesso, a cura della cancelleria, al pubblico ministero, che ne cura l’esecuzione”. Nel corso dell’esame è stato anche approvato un subemendamento di Zanettin secondo il quale vanno esclusi dal sequestro chat e mail tra avvocato e cliente. Concluso l’esame degli emendamenti e subemendamenti, si attendono ora i pareri delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio per il via libera al testo e il mandato al relatore a riferire in Aula.
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