Il deputato commenta l'operazione di polizia in cui sono state arrestate tre persone a L'Aquila
Pesanti accuse di Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia, contro Pd e Movimento 5 Stelle, accusati di coprire il terrorismo palestinese. “Il terrorismo di matrice palestinese è ancora una minaccia. Lo dimostra l’operazione di polizia che ha disarticolato in Abruzzo una cellula eversiva collegata alle Brigate dei martiri di Al Aqsa. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale de L’Aquila su richiesta della locale Procura della Repubblica in coordinamento con la Procura Nazionale Antimafia ed eseguite dagli uomini della Digos e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Mi associo pertanto alle parole di soddisfazione espresse dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per la brillante operazione di polizia compiuta nel capoluogo abruzzese”, ha scritto il presidente della Commissione Cultura della Camera in una nota aggiungendo: “Ieri come oggi il terrorismo palestinese ha le sue ramificazioni e articolazioni clandestine nel territorio nazionale. Soprattutto gode di ampie simpatie e coperture politiche e rappresenta ancora una seria minaccia alla nostra sicurezza. Ciò che desta particolare inquietudine, in questo senso, sono le prese di posizione dei Dem e 5 Stelle, allineate alle istanze dei gruppi anarco-insurrezionali, come è dimostrato da quanto denuncia oggi ‘il Giornale’ nell’articolo ‘Il terrorista palestinese vezzeggiato da sinistra e 5S’. Anan Kamal Afif Yaeesh, uno dei tre palestinesi arrestati con l’accusa di terrorismo internazionale, gode della piena e incondizionata solidarietà ideologica da parte della sinistra tanto da essere stato destinatario di una interrogazione parlamentare presentata da diversi parlamentari di estrema sinistra e grillini (fra i firmatari troviamo, fra gli altri, Laura Boldrini e Ouidad Bakkali del Pd, Nicola Fratoianni dell’alleanza Verdi e Sinistra e Stefania Ascari del M5S) per impedire la sua estradizione in Israele. È stata perfino organizzata a tamburo battente una manifestazione di protesta proprio a L’Aquila in favore del terrorista palestinese con lo slogan ‘Anan libero, Palestina libera’. La manifestazione è stata organizzata da un ampio fronte politico-sindacale: è stata indetta dal Coordinamento aquilano per la Palestina e l’iniziativa ha visto l’adesione dell’Unione democratica arabo-palestinese, dei Giovani palestinesi d’Italia, del presidente della Comunità palestinese Roma e Lazio Yousef Salman, della Cgil Abruzzo e Molise, dei Cobas, dell’Anpi, del Partito della Rifondazione comunista, della Sinistra italiana, di Potere al Popolo e di altre associazioni. Mi domando: siamo di fronte a un nuovo caso Saleh?”. Il riferimento è alla cosiddetta ‘vicenda dei missili di Ortona’ del 1979, quando diversi membri di Autonomia Operaia vennero arrestati mentre trasportavano dei missili destinati alla resistenza palestinese, e il garante della consegna era il giordano Abu Anzeh Saleh. Mollicone inoltre sottolinea: “Anche alla luce della decisione presa dalla Corte d’Appello dell’Aquila di non estradare in Israele il palestinese arrestato l’altro ieri ci chiediamo se sia ancora in vigore una qualche variante del cosiddetto Lodo Moro, riconosciuto peraltro anche dalla disciolta Commissione parlamentare d’inchiesta Moro 2 presieduta da Giuseppe Fioroni del Pd”. Il “Lodo Moro” era un presunto patto di non belligeranza tra lo Stato italiano e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, negli anni ’70.
La vicenda dei missili di Ortona
“I tre arrestati dell’altro ieri mattina, tutti di origine palestinese e appartenenti al Gruppo di Risposta Rapida – Brigata Tulkarem, non solo facevano opera di proselitismo in determinati ambienti, ma stavano pianificando attentati, anche suicidi, contro obiettivi civili e militari perfino in uno Stato estero. Questo – sottolinea ancora l’esponente di FdI – dimostra che il terrorismo palestinese è ancora oggi una realtà e che occorre mantenere sempre altissima l’attenzione su questo particolare fenomeno. I fatti dell’Aquila, seppur con tutte le differenze del caso rispetto al passato, richiamano alla mente l’attività del terrorismo palestinese in Italia, proprio in riferimento al territorio abruzzese, utilizzato come base logistica e operativa“. E prosegue: “Ciò accadde il 7 novembre 1979 quando nei pressi del porto di Ortona (in provincia di Chieti) vennero arrestati tre militanti dell’Autonomia Operaia di Roma mentre trasportavano – per conto del Fronte popolare per la liberazione della Palestina – due lanciamissili terra-aria Sam 7 Strela, di fabbricazione sovietica. Una settimana dopo, il 14 novembre, venne arrestato a Bologna un sedicente studente universitario giordano di origini palestinesi, Abu Anzeh Saleh, ben introdotto negli ambienti dell’antagonismo di estrema sinistra e collegato alla locale rete dell’allora Partito comunista, che agiva sul nostro territorio nazionale come emissario del Fronte popolare di George Habbash in veste di responsabile della rete militare clandestina dell’organizzazione marxista-leninista palestinese“.
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