La premier al Cairo dopo l'incontro con Al-Sisi: "Avanti sul fronte di verità e giustizia". Le critiche di Schlein
In primo piano c’è la dichiarazione congiunta che porterà ad elevare le relazioni tra Unione Europea ed Egitto al livello di ‘partenariato globale e strategico’, con un pacchetto di aiuti da parte di Bruxelles di 7,4 miliardi di euro per il 2024-2027 (5 miliardi in prestiti agevolati; 1,8 miliardi in investimenti aggiuntivi; 600 milioni in sovvenzioni, di cui 200 milioni per la gestione dei migranti). Sullo sfondo della missione al Cairo della premier Giorgia Meloni, assieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von del Leyen e altri cinque leader europei (Belgio, Grecia, Cipro e Austria), c’è però anche il caso di Giulio Regeni visto che si è aperto proprio oggi davanti alla Prima Corte d’Assise di Roma il processo a carico dei quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso il ricercatore friulano nel 2016 al Cairo.
Corte Assise: “Contro Giulio torture e violenza gratuita”
Contro Giulio Regeni sono state perpetrate torture e violenza gratuita. Lo ha fatto sapere la presidente della corte d’Assise di Roma, Paola Roja, nel dispositivo letto in aula durante l’udienza per l’omicidio del ricercatore italiano. “Le modalità prescelte per il sequestro non possono che essere ispirate a quelle finalità essenziali della tortura pubblica di tipo punitivo e/o intimidatorio, brutale e gratuita violenza fisica e di inflizione di sofferenze corporali personali che non possono che avere prodotto, per la loro imponenza, gravissimo dolore e tormento in senso stretto, in un crescendo che ha originato l’evento morte, anche a voler trascurare il dato del patimento psicologico. Le condotte contestate a Ibrahim Magdi di inflizione al corpo di Giulio Regeni di gravi lesioni personali di natura fisica all’origine dell’indebolimento e della perdita permanente di più organi attraverso strumenti di tortura e mezzi contundenti di varia natura (calci e/o pugni, strumenti atti all’offesa quali bastoni e mazze) sino a cagionarne la morte, con la connessa contestazione circostanziale delle aggravanti delle sevizie e della crudeltà, quand’anche rubricate nell’unica fattispecie che al tempo lo consentiva in attuazione del principio di legalità possono agevolmente ricomprendersi nel concetto più puro e minimale di ‘tortura’, così come allora vivente nell’ordinamento e semplicemente esplicitato in via postuma dall’art. 613 bis del codice penale”.
Meloni: “Andare avanti sul fronte della verità e giustizia”
Della morte di Regeni non c’è traccia nel resoconto fornito dalla presidenza egiziana al termine del bilaterale tra la premier e il presidente Abdel Fattah al-Sisi, anche se Meloni spiega che “l’Italia pone tendenzialmente sempre questa questione“. “Dopodiché – aggiunge – come sapete c’è un processo in Italia in cui noi siamo andati avanti a fare quello che dobbiamo fare, e il lavoro che stiamo facendo non cambia la nostra posizione sulla materia”. Insomma, il lavoro sull’asse Roma-Cairo va avanti, tanto che Meloni annuncia di essere “orgogliosa del fatto che nel corso di questa visita siamo riusciti ad adottare oltre dieci memorandum d’intesa” riconducibili alla realizzazione del Piano Mattei “che vanno dall’agricoltura sostenibile al sostegno finanziario delle piccole e medie imprese, a progetti infrastrutturali e sanità”.
Tornando al caso Regeni, Meloni ricorda che “c’è un procedimento giudiziario che sta andando avanti, per noi è importante. Secondo me deve andare avanti, e continueremo a tentare di ottenere anche qualcosa di più, ma penso che quello che dobbiamo fare è andare avanti sul fronte della verità e della giustizia, su questo dobbiamo andare avanti, ed è giusto il lavoro che sta facendo la magistratura“. E corretta, secondo la presidente del Consiglio, è anche la strategia che l’Ue sta adottando sul dossier migranti. Non a caso esprime “grande soddisfazione per il ruolo che l’Italia ha svolto in questo nuovo modello operativo tra l’Europa e la sponda meridionale del Mediterraneo. Un modello a cui abbiamo dato inizio con il memorandum d’intesa in Tunisia, che sta funzionando“. E che adesso viene replicato con l’Egitto perché “rafforzare il nostro dialogo politico, collaborare per le nostre rispettive economie, è anche il modo migliore per poter affrontare i problemi dell’immigrazione illegale e combattere i trafficanti di esseri umani“. Meloni respinge quindi al mittente le critiche piovute nei giorni scorsi da parte delle opposizioni per la missione al Cairo. “Ho letto la segretaria del Pd Elly Schlein che dice che è una vergogna che mezza Europa venga in Egitto per cercare di fermare l’immigrazione irregolare. Capisco che per loro sia vergognoso – attacca la premier -, ma se avessi voluto mettere in piedi il programma del Pd mi sarei candidata col Pd, invece mi sono candidata contro il Pd proprio perché non sono d’accordo con loro”.
Schlein: “Diritti umani non possono essere svenduti”
“Io penso che invece sia estremamente prezioso il ruolo dell’Italia perché su questo nuovo modello di cooperazione con l’Africa, e su questo nuovo modello per affrontare alla radice la questione dei flussi migratori irregolari, ha fatto scuola – evidenzia -. Mi sembra che ce lo riconosce pure l’opposizione nell’insultarci, ma ce lo riconosce che bene o male oggi l’Europa ha cambiato passo”. Che per Schlein, però, non è altro che un passo indietro poiché Meloni “è finita in Egitto a promettere risorse al regime di Al-Sisi per fermare le partenze, in un Paese che non è sicuro né per gli egiziani né per tutti gli altri. Il rispetto dei diritti umani non può essere svenduto per le ossessioni securitarie dei governi”. E aggiunge: “Ci lusinga quando dice che non la pensa come il Pd, perché noi non faremmo accordi con i regimi come quello egiziano, che da anni sta coprendo gli assassini di Giulio Regeni. Come al solito Meloni fa le domande sbagliate: da Al-Sisi dovrebbe pretendere i recapiti dei 4 agenti dei servizi egiziani imputati nel processo per le torture e l’omicidio di Regeni”.
Legale famiglia Regeni: “Meloni? In Italia per fortuna c’è separazione poteri”
Le parole di Giorgia Meloni? “Non commentiamo, se non che nel nostro Paese fortunatamente c’è la separazione dei poteri, a differenza di quello che succede nei regimi”. Così Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, al termine dell’udienza per il processo sulla morte del ricercatore italiano.
Pm: “Servirà lavoro importante da Farnesina”
“Servirà un lavoro importante del ministero degli Esteri per permettere a 27 testimoni, residenti in Egitto, di venire in Italia”, ha dichiarato il pm Sergio Colaiocco durante la seconda udienza per il processo Regeni. Tra i teste c’è anche il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.
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