Le comunicazioni della premier al Senato in vista del Consiglio Europeo. Salvini assente in aula
Il sostegno a Kiev deve andare avanti, ma senza l’intervento diretto sul territorio ucraino di truppe di nazioni dell’Ue. Nelle dichiarazioni in Senato in vista del Consiglio europeo Giorgia Meloni mette in chiaro che l’Italia “non è favorevole in alcun modo a questa ipotesi” avanzata dal presidente francese Emmanuel Macron perché “foriera di un’escalation pericolosa da evitare invece ad ogni costo”. Nell’Aula di palazzo Madama la premier ribadisce da un lato l’impegno per “una pace giusta, duratura, rispettosa della dignità della nazione aggredita” ma dall’altro ricorda che “un ostacolo fondamentale a qualsiasi possibile negoziato sta nel fatto che fin qui la Russia ha sistematicamente violato gli accordi sottoscritti e il diritto internazionale”. Quindi, è la domanda che rivolge all’emiciclo, “come ci si può ragionevolmente sedere a un tavolo di trattative con qualcuno che non ha mai rispettato gli impegni assunti?”.
Salvini assente in Aula a Palazzo Madama
Non solo, parlando della Russia del rieletto Putin, Meloni è netta nel condannare “lo svolgimento di elezioni farsa in territorio ucraino e le vicende che hanno portato al decesso in carcere di Alexei Navalny, il cui sacrificio in nome della libertà non sarà dimenticato”. Tra i banchi del governo non sfugge l’assenza del vicepremier Matteo Salvini, impegnato in alcune riunioni al Mit. Fonti del Carroccio fanno filtrare però “piena sintonia” tra il segretario leghista e la premier, le cui parole sull’Ucraina, “con particolare riferimento al rischio escalation, confermano la linea responsabile e di buonsenso del governo italiano così come auspicato da sempre dalla Lega”.
“No all’azione di terra di Israele a Rafah”
L’altro grande tema di politica internazionale affrontato da Meloni è la crisi in Medioriente, con l’Italia “fortemente impegnata affinché il Consiglio europeo possa adottare una posizione autorevole sulla crisi e sul contributo che l’Europa può offrire alla soluzione”. A Bruxelles, spiega la presidente del Consiglio, “ribadiremo la nostra contrarietà a un’azione militare di terra da parte di Israele a Rafah, che potrebbe avere conseguenze ancora più catastrofiche sui civili ammassati in quell’area”. E tra le priorità messe in evidenza c’è il “prolungato cessate il fuoco che possa consentire il rilascio incondizionato degli ostaggi e massicci aiuti umanitari alla popolazione civile” di Gaza. Il governo italiano, aggiunge Meloni, “saluta con favore il cambio di leadership in seno all’Anp, che ci auguriamo possa consentire di rilanciare la soluzione a due Stati”. Per quanto riguarda la situazione nel Mar Rosso, poi, la premier mette in risalto il fatto che “le minacce e le operazioni degli Houthi fanno parte di un disegno più vasto, che vede purtroppo l’Iran impegnato in prima linea nel sostenere non soltanto gli Houthi, ma anche Hamas e Hezbollah, nonché a fornire di droni le operazioni russe in Ucraina”.
La spinta verso una politica di difesa europea
La vicenda del Mar Rosso, è il ragionamento della premier, dimostra anche quanto sia importante “una politica di sicurezza e difesa europea”. “L’Italia è pronta a fare la propria parte”, annuncia, perché “spendere in difesa significa investire nella propria autonomia. Rivendichiamo da sempre la necessità che la Nato sia composta da due colonne, una americana e una europea, con pari dignità e pari peso, ma questo significa anche rispettare i vincoli previsti e sottoscritti. Sì, la libertà ha un costo, la sovranità ha un costo e non credete a chi vi dice che tutto può esservi concesso gratuitamente”. Una stoccata, questa, rifilata al M5s dell’ex premier Giuseppe Conte. Non l’unica, però, visto che nel corso delle repliche Meloni mette nel mirino le posizioni del Movimento su diversi fronti, dall’Ucraina al Pnrr passando per la riforma del Patto di stabilità.
“Ricerca della verità sul caso Regeni va avanti”
Rispetto al dossier migranti che sarà sul tavolo del Consiglio di Bruxelles, Meloni rivendica la linea tracciata dal governo, impegnato negli ultimi mesi “per esportare il modello Tunisia anche ad altre nazioni africane del Mediterraneo”. Un lavoro che nel weekend si è concretizzato con l’accordo Ue-Egitto, con l’Italia protagonista anche di una serie di intese sull’asse Roma-Cairo. E “grazie a questa rinnovata cooperazione e ai buoni rapporti coltivati con l’Egitto – afferma la premier – abbiamo raggiunto l’importante risultato della scarcerazione di Patrick Zaki, ma, a differenza di quanto sostenuto da alcuni, non abbiamo interrotto e non intendiamo interrompere la ricerca della verità sul caso di Giulio Regeni, come dimostra il processo in corso in Italia, che il Governo segue con molta attenzione e rispetto al quale ci siamo costituiti parte civile”.
“Europee? Una vittoria confermare i voti delle politiche”
Al mattino, prima dell’intervento in Senato, Meloni aveva affrontato il tema delle prossime Europee nel corso di un’intervista ad Agorà in cui ha confessato che nel voto di giugno “sarebbe una vittoria confermare i voti che mi hanno portato a palazzo Chigi un anno e mezzo fa. Che non è facile, ma è un obiettivo al quale punto”. Riguardo all’impegno da premier, invece, ha ammesso che sarebbe disposta al passo indietro solo se “dovessi rendermi conto che non ho più il consenso degli italiani, se non avessi la libertà di incidere. E c’è solo una persona al mondo che potrebbe convincermi a lasciare, mia figlia Ginevra. Ma lei è una bambina intelligente e stiamo facendo del nostro meglio per non perderci in questa tempesta”.
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