Tajani: "Pensare a incentivi fiscali per chi rafforza sicurezza"
La denuncia del leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dopo l’incidente sul lavoro nella centrale idroelettrica di Bargi (Bo) sulla diga di Suviana in cui hanno perso la vita almeno quattro persone. “C’è una sostanziale impunità nei confronti di chi viola le norme sulla sicurezza sul lavoro, ed è questo che porta ad un aumento” sia degli incidenti che delle vittime, ha detto Bombardieri a LaPresse, tornando a denunciare una situazione di sostanziale immobilità sul fronte sicurezza. Sull’esplosione di Suviana sono ancora tutte da accertare le cause, ma la necessità di una riflessione sulla sicurezza dei lavoratori era stata già più volte messa in evidenza dal segretario di via Lucullo. “Noi continuiamo a registrare tragedie perché rispetto alle misure chieste dal sindacato non ci sono state risposte, nessun intervento sulle cause principali cioè il sistema dei subappalti e le gare al massimo ribasso e la necessità di avere normative identiche tra pubblico e privato”. Le azioni portate avanti dall’esecutivo, ha aggiunto, sono “parziali e incomplete”, a partire dalla patente a crediti: “Così come impostata dalla ministra Calderone verrebbe revocata al termine di un processo giudiziario. Ma molti di questi, dopo la riforma Cartabia, finiscono in prescrizione”, ha sottolineato Bombardieri, ribadendo la richiesta di una procura speciale sul tema e dell’inserimento dell’omicidio sul lavoro nel codice penale. Inoltre, ha evidenziato il segretario, delle 700 assunzioni negli organi di vigilanza previste dal ministero del Lavoro, “500 erano già in programma e le restanti 200 sono assunzioni di cui parla oggi ma che sono spalmate fino al 2026 per un importo di 2 milioni. Una differenza evidente – ha osservato – con i 6 milioni erogati per l’agricoltura”.
Tajani: “Incentivi fiscali per chi rafforza sicurezza”
Da parte sua, anche il vicepremier, Antonio Tajani, ha nuovamente affermato la necessità di migliorare la normativa relativa alla sicurezza sul lavoro, prospettando però soluzioni diverse rispetto a quelle del sindacato. “Dobbiamo essere sempre più rigorosi, e dobbiamo aiutare le imprese a garantire sempre meglio la sicurezza dei loro dipendenti e la sicurezza in assoluto, visto che ieri è morto anche un imprenditore. Forse si potrebbero dare degli incentivi fiscali per chi rafforza in maniera di alto livello la sicurezza sul lavoro, con qualcosa di aggiuntivo rispetto a ciò che è previsto dalla legge“, ha affermato il vicepremier a margine di un’iniziativa elettorale di Forza Italia a Torino. “Bisogna poi sempre fare appello a tutti affinché siano rispettate le regole – ha aggiunto il ministro degli Esteri –. Purtroppo sono cose che diciamo sempre, non devono accadere più perché il lavoro è importante, ma la sicurezza è fondamentale“. E ha concluso: “Siamo vicini alle famiglie delle vittime, dei feriti, dei dispersi, una preghiera per ciascuno di loro e un ringraziamento a tutti i soccorritori perché non è facile lavorare in quelle condizioni, visto che il luogo dove è successa la tragedia è molto complicato”.
Cazzola: “Norme ci sono, primi ispettori siano lavoratori”
Sul tema si è espresso anche l’ex sindacalista ed esperto del mondo del lavoro, Giuliano Cazzola. “I controlli sono importanti. La prevenzione, la formazione, le sanzioni sono fondamentali. Ma la vita di un’azienda non la si può fotografare in un determinato momento e se la foto viene bene si può stare tranquilli. Perché un minuto dopo può determinarsi, per errore umano o per un fatto imprevisto, una causa violenta che provoca un infortunio, ed è impossibile essere sul posto 24 ore su 24: il lavoro scorre insieme alla vita. Bisogna essere sul pezzo. I primi ispettori devono essere i rappresentanti dei lavoratori che vengono indicati (con la copertura della tutela sindacale) in ogni posto di lavoro. Le norme ci sono“, ha detto, interpellato da LaPresse.
Ispettorato Nazionale Lavoro: “Siamo ancora troppo pochi”
Non le norme, né la frammentarietà del sistema di vigilanza. Il nodo principale per agire in maniera effettiva sul fronte della sicurezza sul lavoro sono i numeri degli ispettori, ad oggi ancora “esigui”. Questa invece la posizione, spiegata a LaPresse, di Aniello Pisanti, direttore centrale vigilanza e sicurezza dell’Ispettorato nazionale del lavoro. “I dati ci dicono che gli incidenti sul lavoro in realtà non sono né aumentati, né diminuiti. Sono stabili, il che non è certo una vittoria. Dobbiamo puntare a diminuirli, l’obiettivo europeo è vision 0”. Il problema dunque non è un controllo tripartito tra Asl, Inl e Carabinieri perché il coordinamento “c’è e funziona e dunque più siamo e meglio è. Dividendosi le sfere di competenza e gli ambiti da controllare, più organismi non vanno a creare disordine – come qualcuno pensa – ma vanno capillarmente a controllare il territorio. La vera criticità sul fronte della vigilanza – ha evidenziato Pisanti – è che siamo ancora troppo pochi. Per quanto riguarda l’Ispettorato, abbiamo su tutto il territorio nazionale, eccetto Sicilia e Trentino, 870 ispettori tecnici. Di questi, 670 sono stati assunti nel 2023 con gli ultimi concorsi e pur quadruplicando la vecchia compagine non sono ancora pienamente efficienti. Questi sono numeri davvero esigui” che si riflettono poi nei controlli: “nel 2023 sono state ispezionate circa 21mila aziende, ben poche rispetto a quelle che meriterebbero di essere controllate. L’anno prossimo contiamo di arrivare ad un minimo di 30mila controlli, ma dobbiamo immettere nuove forze, servono nuovi concorsi. Ora possiamo assumere altri 250 ispettori in più rispetto ai 500 che mancano. L’obiettivo è assumere altri 750 ispettori, raddoppiando l’organico e, così, anche i controlli. Ma non sarà una cosa a breve termine perché gli assunti andranno formati e, soprattutto, trattenuti”, ha chiosato. Rispetto alle norme, questione su cui i pareri si dividono, come dimostrano le dichiarazioni odierne – opposte – del leader Uil, Pierpaolo Bombardieri, e dell’economista Giuliano Cazzola rese a LaPresse, la posizione di Pisanti è netta. “Le norme ci sono, il testo unico del 2008 viene costantemente aggiornato e modificato, ci vengono sottoposti emendamenti quasi quotidianamente, il che dimostra come la normativa non sia affatto cristallizzata. Esiste e va fatta rispettare. Certamente i primi ispettori devono essere i lavoratori, ma con loro – ha osservato – anche i datori di lavoro e le figure intermedie”. Tuttavia, ha aggiunto, “il sistema così com’è strutturato, che prevede questa distribuzione di responsabilità, deve dare certezze sulle conseguenze per chi viola le regole” e va attenzionata anche “la diffusione della cultura della legalità”.
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