L’ok arriva quando manca poco alla mezzanotte. La commissione di Vigilanza Rai a maggioranza la delibera sulla Par condicio in vista delle elezioni europee, con il voto contrario di tutte le opposizioni, che insorgono contro la maggioranza. A scatenare le polemiche è l’approvazione di un emendamento di maggioranza sull’informazione governativa, che viene riformulato e prevede che per “i programmi di approfondimento informativo” l’applicazione della Par condicio “faccia in ogni caso salvo il principio e la necessità di garantire ai cittadini il diritto a una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative”.
“Un grave strappo” lo definisce il Pd, secondo il quale “non c’è stata nessuna volontà da parte della maggioranza di trovare una mediazione possibile” ma solo la volontà di comprimere la voce dell’opposizione e allargare quella della maggioranza utilizzando il governo evitandolo di conteggiare”. Il centrodestra “sancisce l’occupazione del governo e della stessa maggioranza degli spazi televisivi Rai”, rincara la dose il deputato Angelo Bonelli di Avs, mentre per il M5S la maggioranza “stravolge la delibera azzoppando i presidi della Par condicio”.
Un altro emendamento, viene invece approvato con il voto favorevole anche delle opposizioni, che riguarda “i programmi di informazione” (ovvero prevalentemnte i telegiornali), dove “i rappresentanti delle istituzioni partecipano secondo le regole stabilite dalla legge n. 28 del 2000 e n. 515 del 1993 per tutti i candidati e gli esponenti politici, salvo intervengano su materie inerenti all’esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali svolte”. Con una riformulazione che ricalca – viene spiegato – una delibera del 2019, approvata all’epoca del governo Conte.
Per quanto riguarda gli altri punti sensibili della delibera, rimane in piedi il criterio delle fasce orarie delle trasmissioni nel conteggio del tempo spettante alle forze politiche, mentre è stato bocciato l’emendamento della deputata di Iv Maria Elena Boschi per estendere le limitazioni della Par condicio anche a giornalisti e opinionisti.
Durissimo l’attacco del Pd che parla di “deriva orbaniana” di Giorgia Meloni con tanto di fotomontaggio pubblicato sui canali social dem composto da una immagine della presidente del Consiglio e da una del leader ungherese. “La destra sta restringendo la democrazia italiana”, si legge nel post.