Il leader della Cgil ha detto di vedere "un disegno autoritario" nella direzione che sta prendendo l'esecutivo di Meloni

Questa non è una battaglia delle donne, è una battaglia di civiltà e di libertà. Dietro le scelte che sta facendo il governo c’è una cultura maschilista e patriarcale, che vuole far tornare indietro quelle che sono le conquiste che in questo paese la lotta delle donne aveva conquistato per tutti”. Così Maurizio Landini, leader della Cgil, a margine del presidio di protesta organizzato da CGIL e UIL all’esterno del Senato, mentre era in corso la votazione per il decreto PNRR in cui si prevede anche la presenza, nei consultori, delle associazioni pro-vita. Presenti in piazza anche membri del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. “Questa idea del controllo del corpo delle donne è un’idea pericolosa e autoritaria, che si sta estendendo su vari campi”, continua il segretario facendo riferimento al diritto allo sciopero, al diritto di espressione, all’autonomia della magistratura. “Io vedo un disegno autoritario”, risponde quindi Landini in merito alla direzione più generale che sta assumendo il governo Meloni, che per lui “con questi provvedimenti e con queste logiche non rappresenta la maggioranza delle cittadine e dei cittadini italiani”. Chiamando in causa il caso Scurati, invece, il leader della CGIL dice che “dimostra non solo che non sono capaci di dire che non sono antifascisti, ma stanno usando una logica che va in una direzione esattamente opposta e per questo credo sia pericolosa”.

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