Il presidente della Repubblica a New York: "No alle relazioni ottocentesche tra Paesi, ricostituire fiducia tra nazioni"
La necessità di combattere il cambiamento climatico, i conflitti che stanno sconvolgendo l’ordine mondiale e i pericoli della disinformazione. Sono alcuni dei punti trattati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso all’Onu a New York alla Conferenza sullo stato di attuazione dell’obiettivo di sviluppo sostenibile 16, “Pace, Giustizia ed Istituzioni per lo Sviluppo Sostenibile”, organizzata dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, dal Segretariato dell’Onu e dall’Idlo. “Pace, inclusione, giustizia, sono capisaldi irrinunciabili per lo sviluppo sostenibile di ogni Paese e di ogni società”, ha detto il capo dello Stato in apertura del suo intervento, aggiungendo: “Mi piace sottolineare come siano principi portanti dell’ordinamento costituzionale italiano”. Per Mattarella, “l’esistenza di un sistema di tutele e di garanzie giuridiche è pre-condizione al godimento dei diritti della persona e, appunto, per lo sviluppo umano, inteso nel suo senso più lato”.
“Da cambiamenti clima e conflitti conseguenze disastrose”
Il contesto nel quale la comunità internazionale si trova ad attuare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con i suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, è “più complesso di quanto avevamo potuto immaginare in precedenza”, ha affermato Mattarella, sottolineando che “all’intensificarsi degli effetti negativi del cambiamento climatico si aggiunge il proliferare di drammatici conflitti che allontanano dal dare priorità all’agenda stessa”. In questo contesto, “le conseguenze sono disastrose: allo stato attuale solo una modestissima percentuale degli obiettivi dell’Agenda 2030 sarebbe raggiungibile nei tempi dati”, ha aggiunto.
“Onorati da risoluzione in ricordo di Falcone”
Mattarella ha poi ringraziato l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per aver approvato una risoluzione proposta dall’Italia in ricordo di Giovanni Falcone dichiarando il 15 novembre Giornata Internazionale per la prevenzione e la lotta contro tutte le forme di criminalità organizzata transnazionale. L’Italia, ha detto è “particolarmente onorata” di “avere proposto e ottenuto l’assenso dell’Assemblea Generale, poco più di un mese fa, su una Risoluzione che, a 24 anni dalla Convenzione di Palermo, ha dichiarato, ricordando la figura di Giovanni Falcone, il 15 novembre di ogni anno “Giornata internazionale per la prevenzione e la lotta contro tutte le forme di criminalità organizzata transnazionale“.
“Rinsaldare contratto sociale tra popoli e istituzioni”
Tornando ai temi oggetto del convegno, Mattarella ha detto che per rendere le nostre società “più coese e giuste”, occorre allargare “gli spazi civici e politici di partecipazione a tutte le componenti delle società; rendendo le istituzioni, ad ogni livello, più inclusive e più rappresentative: in ultima analisi rinsaldando il ‘contratto sociale’ fra popoli e istituzioni“. Ha aggiunto: “Si tratta di condizioni essenziali per lo sviluppo della persona, purtroppo fragili o assenti in tante parti del mondo”. E concluso: “Anche per questo l’Italia è impegnata con convinzione a far avanzare l’attuazione di questo obiettivo e a collaborare a tal fine con organizzazioni come l’Idlo, che ospitiamo a Roma”.
“Conflitti sottraggono risorse a sviluppo”
“Pace e sviluppo hanno destini incrociati. Non può esservi l’uno, senza l’altra”, ha poi proseguito il presidente della Repubblica, sottolineando che “viviamo in un’epoca con il maggior numero di conflitti dalla fine della seconda guerra mondiale che divorano enormi risorse nella corsa agli armamenti, sottraendole allo sviluppo“. Per questo “l’appello alla costruzione delle condizioni necessarie per la pace e per porre fine ai conflitti non potrebbe essere più necessario e urgente”.
“Disinformazione pericolo per fiducia in istituzioni”
“Fronteggiamo oggi un pericolo ulteriore che mina il rapporto di fiducia con le istituzioni e tra i Paesi, quello della disinformazione“, ha poi sottolineato il capo dello Stato, ricordando che “è di venerdì scorso la Giornata mondiale per la libertà di stampa che ammonisce, ogni anno, sul valore della libertà d’informazione per il mantenimento della democrazia“. Per questo, “temi come l’accesso all’informazione, la libertà di espressione, la tutela della privacy, appartengono, a buon diritto, alle mete incluse nell’Obiettivo 16, oggetto di questa discussione”.
“No a relazioni ottocentesche tra Paesi”
“Non possiamo continuare ad attardarci in relazioni fra Paesi basate su visioni ed eredità ottocentesche, su pulsioni di potenza”, ha infine detto l’inquilino del Quirinale, sottolineando che “con – e nelle – Nazioni Unite dobbiamo lavorare per ricostituire la fiducia tra le nazioni, rinsaldare la cooperazione internazionale e tessere nuove reti di comprensione e collaborazione”. Ed è “sulla base di questo approccio che l’Italia dispiega la sua azione, con ferma determinazione nel sostenere gli strumenti di dialogo basati su quel principio di multilateralismo che oggi vediamo così drammaticamente messe in discussione dall’aggressione russa all’Ucraina e dalle conseguenze dell’irrisolto conflitto israelo-palestinese”.
“Ritorno a New York è forte emozione”
Il presidente della Repubblica è poi intervenuto al Metropolitan Club di Manhattan in un incontro con la comunità italiana locale organizzato in collaborazione con il Gei, Gruppo esponenti italiani. Ha espresso “forte emozione” per il suo ritorno a New York dopo 8 anni e per l’occasione di “incontrare di nuovo rappresentanti della collettività italiana che qui risiede, che tanto ha contribuito e tanto contribuisce al continuo sviluppo di questa realtà”. New York, ha detto, “costituisce il cuore pulsante degli Stati Uniti e un incredibile avamposto di progresso per il mondo intero: per la sua capacità di anticipare i tempi e di essere, ormai da quasi un secolo, straordinario centro di tolleranza, irradiazione di culture e di innovazione“. La Grande Mela, ha aggiunto, “rappresenta un esperimento unico di integrazione multiculturale, multietnica, e multilinguistica”.
“Collaborazione tra atenei importante per il dialogo”
Nel suo intervento, Mattarella ha parlato anche delle proteste pro-Palestina che si stanno verificando in molti atenei sia in Italia che soprattutto negli Stati Uniti, dove si sono verificate violenze e arresti durante le manifestazioni. “La collaborazione fra atenei – così importante per costruire ponti di dialogo e luoghi di libero dibattito – viene messa in discussione, nel contesto di crescenti tensioni internazionali”, è il richiamo del presidente della Repubblica. In particolare, il capo dello Stato ha voluto ricordare il ruolo che “in questo proficuo scambio fra Italia e Stati Uniti hanno da sempre svolto le università e quei fenomeni di migrazione intellettuale transnazionale che costituiscono fattore di arricchimento reciproco”. Ad Harvard, ha ricordato Mattarella, “trovò ospitalità Gaetano Salvemini durante gli anni dell’esilio dal regime fascista. Enrico Fermi, prima di trasferirsi a Chicago, insegnò all’Università Columbia, il prestigioso ateneo dove insegnano e studiano circa 180 fra professori e ricercatori italiani e che ospita l’Italian Academy, che auspico sappia essere punto di riferimento, sempre più attivo, per la cultura europea e italiana in questo angolo degli Stati Uniti”. Si tratta di un patrimonio, ha concluso Mattarella, “di cui dobbiamo andare particolarmente fieri”.
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