Inchiesta della Procura di Genova sulle elezioni regionali liguri del 2020. Sequestrati 570mila ad alcuni imprenditori. Capo gabinetto del governatore accusato di avere agevolato Cosa nostra
Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è stato arrestato questa mattina all’alba dai militari della Guardia di finanza di Genova con l’accusa di corruzione. Toti è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari disposta dal gip di Genova in un’inchiesta della Procura guidata da Nicola Piacente sulle elezioni regionali liguri del 2020. Altre 9 persone, fra cui Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, sono state raggiunte da misure cautelari ed è stato eseguito un sequestro di 570mila euro nei confronti di alcuni imprenditori. Sono in corso perquisizioni disposte dalla Procura di Genova.
Il governatore ligure, dopo gli atti di rito, ha trascorso quattro ore all’interno della caserma del comando provinciale della Guardia di finanza di Genova. Ha lasciato il comando provinciale a bordo di un’auto nera, in direzione con ogni probabilità di Amelia, nello Spezzino, dove è residente.
Tra gli arrestati anche l’amministratore delegato di Iren, Paolo Emilio Signorini. Sottoposto alla custodia cautelare in carcere nell’inchiesta della Procura di Genova sulle presunte corruzioni anche a vantaggio del presidente della Liguria, Giovanni Toti, per sbloccare pratiche edilizie e concessioni.
“Il presidente Toti al momento è sereno e convinto di poter spiegare tutto. La Regione continuerà a lavorare anche in sua assenza” ha spiegato l’avvocato Stefano Savi.
Immediate le reazioni della politica. La maggioranza di centrodestra esprime fiducia nell’innocenza del governatore ligure attendendo gli sviluppi delle indagini, mentre il leader del M5S Giuseppe Conte chiede a Toti di “trarre le conseguenze” da quanto emerso. Intanto Forza Italia ha sospeso i suoi due iscritti Maurizio Testa e Arturo Testa, coinvolti nelle indagini.
Capo gabinetto di Toti accusato di avere agevolato Cosa nostra
Matteo Cozzani, capo di gabinetto del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione elettorale aggravata al fine di agevolare Cosa Nostra e il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova. È quanto emerge dal comunicato con cui la Procura di Genova ha reso nota l’esecuzione di 10 misure cautelari nell’indagine su corruzione e finanziamento illecito per le elezioni liguri del 2020.
Secondo la Procura guidata da Nicola Piacente, Cozzani, il coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’ finito ai domiciliari, per le elezioni del 20-21 settembre 2020 avrebbe promesso assieme agli indagati Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa – esponenti della comunità Riesi a Genova – posti di lavoro ed il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità siciliana di Genova (almeno 400 preferenze) verso la lista del presidente Toti. In particolare i voti sarebbero stati indirizzati verso Stefano Anzalone (indagato senza aggravante mafiosa) ed altri candidati. Giovanni Toti risponde di corruzione elettorale in concorso ma senza l’aggravante mafiosa. Anzalone avrebbe offerto ai fratelli Testa il sostenimento (vitto e soggiorno) a Genova nel periodo subito precedente la chiiamata alle urne, fra il 10-19 settembre 2020. L’inchiesta dei militari della guardia di finanza, condotta con intercettazioni e pedinamenti, è partita a La Spezia ed è stata trasfertita per competenza nel capoluogo ligure.
A Toti 74mila euro per sblocco supermercati e spiagge private
Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, avrebbe ricevuto denaro per agevolare pratiche edilizie per due supermercati di Esselunga, velocizzare il rinnovo di concessioni portuali e trasformare spiagge da libere a private. Sono le accuse della Procura di Genova nei confronti del governatore 55enne arrestato ai domiciliari questa mattina. Secondo gli inquirenti Toti avrebbe accettato e ricevuto in più tranche 74.100 euro dagli imprenditori del settore logistica e immobiliare Aldo e Roberto Spinelli – il primo ai domiciliari, secondo raggiunto dal divieto di esercitare la professione – vero il ‘Comitato Giovanni Toti’, a volte come finanziamenti per la partecipazione a cene elettorali. In cambio si sarebbe impegnato a “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”; agevolare l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse dei due imprenditori e pendente negli uffici regionali; velocizzare il rinnovo rinnovo per 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse alla società Terminal Rinfuse Genova srl. (controllata al 55% dalla Spinelli S.r.l.).
Il presidente della Liguria si sarebbe attivato anche per assegnare agli Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante e ‘un’area demaniale di Aspi-Società Autostrade, oltre ad agevolare l’imprenditore nella pratica del ‘tombamento’ di Calata Concenter. Infine in concorso con il suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani, è accusato di aver accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga raggiunto dalla misura interdittiva all’attività d’impresa, un “finanziamento illecito” per il “pagamento occulto” di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo di Genova per la campagna elettorale comunale del 12 giugno 2022. In cambio Toti avrebbe promesso di sbloccare due pratiche di Esselunga in Regione relative all’apertura di due supermercati a Sestri Ponente e Savona.
Secondo l’ordinanza del Gip che ha portato all’arresto del governatore ligure, Toti avrebbe chiesto “una mano” a Spinelli in almeno quattro elezioni.
Toti: “Siamo tranquillissimi”
“Siamo tranquillissimi” ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, entrando nella sua abitazione di Genova, rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto un commento sulla bufera giudiziaria abbattutasi su di lui, con l’arresto per corruzione.
Perquisizioni in casa Toti e uffici Consiglio regionale
Sono in corso le perquisizioni nell’abitazione genovese di piazza Piccapietra, dove è domiciliato il Governatore della Liguria. Parallelamente alla perquisizione domiciliare in casa di Giovanni Toti, i militari delle Fiamme Gialle stanno perquisendo, su delega della Direzione distrettuale antimafia di Genova, alcuni uffici del consiglio Regionale ligure, tra cui quello del capo di Gabinetto Matteo Cozzani, arrestato con l’accusa di scambio politico mafioso di voti. Il Governatore della Liguria ha nominato come avvocato difensore, Stefano Savi, noto penalista di Genova.
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