Vinse il 'No' all'abrogazione della Fortuna-Baslini, aprendo alle conquiste nel campo dei diritti degli anni '70
Il 12 maggio 1974, esattamente 50 anni fa, 33 milioni di italiani andarono alle urne per un referendum che avrebbe cambiato la storia del Paese: la consultazione per abrogare la legge sul divorzio approvata quattro anni prima. Il ‘No’, che quindi confermava la possibilità di divorziare, vinse con il 59,26% dei voti (19.138.300 elettori) contro i ‘Sì’ che furono il 40,74% (13.157.558 voti).
La storia della legge
La legge Fortuna-Baslini, che introdusse il divorzio in Italia, era stata approvata il primo dicembre 1970 dopo un secolo di divisioni tra laici e cattolici e di ostracismo nei confronti delle donne, malgrado l’evidente crescita del loro ruolo all’interno del tessuto sociale. Era passata alla Camera dopo un estenuante dibattito tra le forze politiche, con 13 proposte di legge presentate in Parlamento e affossate sistematicamente. Ma neanche l’approvazione della legge placò gli animi: dopo appena 4 anni dalla sua entrata in vigore, le forze cattoliche e conservatrici, guidate dalla Dc di Fanfani, raccolsero le firme necessarie a indire un referendum abrogativo. Il 12 maggio 1974, però, il voto popolare scelse a grande maggioranza il No, aprendo la strada a una serie di conquiste nel campo dei diritti, che avrebbero segnato tutti gli anni Settanta.
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