Il governatore ligure potrebbe essere sentito dai magistrati già da metà settimana
Garantisti e attendisti. Nel centrodestra non cambia, per il momento, la linea a proposito dell’inchiesta che ha coinvolto il presidente della Liguria Giovanni Toti, accusato di corruzione e finito agli arresti domiciliari. Nelle prossime ore, secondo quanto filtra, da parte degli avvocati di Toti verrà avanzata la richiesta di essere ascoltato dai magistrati tanto che il governatore ligure potrebbe essere sentito già da metà settimana. Prima di allora difficilmente in maggioranza si farà un punto sull’eventuale passo indietro di Toti, tema su cui comunque si ragiona da giorni all’interno della coalizione di centrodestra guardando alla scadenza del voto dell’8 e 9 giugno per le elezioni europee.
In FdI si ritiene che la questione non potrà essere tirata troppo per le lunghe, mentre il vicepremier e segretario di FI Antonio Tajani spiega che “prima di parlare di dimissioni bisogna attendere il Tribunale del riesame. In ogni caso una decisione dovrà prenderla Toti”. Ragionamento condiviso dal viceministro delle Infrastrutture e segretario della Lega in Liguria, Edoardo Rixi, secondo il quale “o si chiariscono le questioni durante il riesame oppure ovviamente è difficile pensare di governare per due anni in assenza del governatore”.
Per l’altro vicepremier, Matteo Salvini, fondamentale sarà anche il timing della vicenda. “Spero che la giustizia faccia in fretta. Non commento tempi, modi, la necessità dell’arresto – afferma il segretario della Lega -. Spero che facciano sapere in fretta ai liguri e agli italiani se qualcuno ha sbagliato, e se qualcuno sbaglia paga“. Anche perché il timore è che la vicenda abbia ripercussioni sul territorio: “Spero che quello che è accaduto non blocchi tutti i cantieri aperti che abbiamo a Genova e in Liguria. Qualunque sia la verità ce la dicano in fretta, perché non si possono aspettare mesi tenendo in sospeso lavoratori, imprenditori e persone”. Salvini, comunque, ricorda che “in un Paese civile si è colpevoli quando si è condannati in un Tribunale, non su un giornale o su un talk show televisivo. Se uno commette un reato ne paga le conseguenze, se uno non commette un reato, qualunque lavoro faccia, deve continuare a farlo”.
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