Giustizia, Meloni: “Riforma non è punitiva, magistrati non sono il mio nemico”

Giorgia Meloni ha ribadito che il ddl riforma non è una punizione nei confronti dei giudici. “Scusi di che cosa dovrei vendicarmi con i magistrati? Io non capisco perché si possa considerare una riforma del genere punitiva nei confronti dei pm, e trovo bizzarro che venga definita una vendetta. Io non considero la magistratura un mio nemico e a questo punto chiedo ai magistrati se non considerino il governo un nemico”, ha detto la presidente del Consiglio intervistata su Corriere.it. La normativa approvata in Cdm, che prevede una netta separazione delle carriere nella magistratura, ha scatenato le critiche da parte dell’Associazione nazionale magistrati e delle opposizioni. L’Anm, infatti, considera la riforma come una “chiara intenzione di attuare un controllo da parte della politica”.

La premier, intervistata da Corriere.it, ha poi affrontato diversi temi: dalla guerra in Ucraina alle elezioni europee, dal premierato al fisco passando per il recente botta e risposta con il governatore campano Vincenzo De Luca.

Giustizia, Meloni: “Non ho paura di chi mi combatte per mantenere status quo”

“Io non sono per la conservazione, non ho paura di chi ritiene di combattermi per mantenere lo status quo, non sto qui a scaldare la sedia”, ha detto ancora la premier commentando la riforma della giustizia.

Ue, Meloni: “Orban? Europa non è salotto radical chic, sbaglia chi lavora per dividere”

Orban? “Io in Europa dialogo con tutti e non sono completamente d’accordo con nessuno perché ho la mia identità. In ogni caso non sarò mai d’accordo con chi crede l’Ue un club, un salotto radical chic in cui qualcuno decide chi ne possa fare parte, chi lavora per dividere fa un errore fondamentale, bisogna cercare la sintesi”, ha spiegato Meloni in merito al suo rapporto con il leader ungherese Viktor Orban.

Europee, Meloni: “In Ue non voglio ‘inciucione’ ma maggioranza alternativa”

Per la prossima Commissione Ue “Non parto dal candidato ma dalla maggioranza. Se si parte dal candidato è per costruire il sistema dell’inciucione e della maggioranza arcobaleno. Io provo a costruire maggioranza differente, se ci sarà parleremo anche del prsidente”. Se sarà italiano? “Sono ricotruzioni curiose prima che i cittadini votino”, ha affermato Meloni. Quanto alla candidatura di Ursula von der Leyen, “io non faccio la cheerleader, non sto con quello o con quell’altro. Io sto dalla parte dell’Italia sempre e comunque. Von der Leyen era presidente della Commissione ed era mio dovere cercare di collaborare con lei sui migranti, anche se su molti temi non eravamo d’accordo”, aggiunge Meloni, ricordando che “sono leader dei conservatori e lavoro per una maggioranza alternativa alla sinistra e alle maggioranze arcobaleno che non funzionano in Europa come in Italia”.

Premierato, Meloni: “Colle non avrà più ruolo supplente, eliminiamo falla sistema”

“La riforma l’ho voluta io e penso che non tocchi i poteri del presidente della Repubblica”, ha dichiarato Meloni parlando del dll sul premierato. Noi per cercare una riforma più condivisa abbiamo modificato il nostro percorso e volutamente non abbiamo toccato i poteri del presidente della Repubblica. Si dice ‘si svilisce il potere politico del presidente della Repubblica’, qual è la contestazione che viene mossa? Il presidente della Repubblica non ha più la facoltà di scegliere il governo, questo è il tema. Il presidente della Repubblica non sceglie il governo, perché quello che fa è dare un incarico sulla base delle indicazioni di chi ha vinto le elezioni. La libertà del presidente della Repubblica di scegliere il governo in realtà non è prevista dalla nostra Costituzione salvo un caso: quando il sistema non funzionano, quando le forze politiche non sono in grado di scegliere la maggioranza e allora il presidente della Repubblica è costretto a un ruolo di supplenza per una falla che esiste nel sistema“, intervento “che non gli sarebbe proprio e che non è neanche congeniale per il ruolo perché è evidente perché deve in qualche modo scendere nell’agone della politica, schierarsi e questo non aiuta la sua funzione di garanzia di tutti gli italiani perché per forza di cose si finisce nel dibattito della politica. Quello che noi facciamo, banalmente, è risolvere la falla nel sistema”.

Meloni contro De Luca: “Bullo che insulta donne ma non siamo deboli”

“Quando De Luca mi insulta lancia il messaggio che le donne si possono insultare perché sono deboli. Non siamo deboli, a essere deboli sono i bulli, perchè come si è visto sono bravi a fare i gradassi dietro le spalle ma quando li affronti non li fanno più i gradassi. Le donne non devono più subire e mi aspetto di sentire anche una parola delle femministe”, ha detto la presidente del Consiglio dopo i vari botta e risposta avuti con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Io sono stata insultata a banalmente mi sono difesa. La sinistra italiana, che allora non ha detto mezza parola e adesso si straccia le vesti, si dovrebbe vergognare”.