Alcune, come le visite di sera e nel weekend, saranno in un decreto legge, altre in un disegno di legge allo studio del Parlamento. Le regioni: "Non abbiamo visto alcun contenuto"
Un ‘doppio binario normativo’ per abbattere le liste d’attesa: da una parte un decreto legge che conterrà le misure che possono da subito diventare operative e approderà martedì in Consiglio dei ministri, dall’altra un disegno di legge che invece riguarderà altri temi come, per esempio, i finanziamenti per la rete privata e per le farmacie. Questa l’ipotesi allo studio del governo, secondo quanto apprende LaPresse: uno spacchettamento. Nel dl dovrebbero esserci le norme relative a una piattaforma nazionale delle liste d’attesa, gestita dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ndr), che servirà, tra le altre cose, anche a monitorare offerta, regole e tempi di attesa. Ma rientrerebbe nel provvedimento anche la possibilità di prolungare gli orari delle visite ambulatoriali di sera e di renderle possibili anche nel weekend.
Schillaci: “Tetto di spesa per le assunzioni passa dal 10% al 15%”
Nella serata di lunedì, ospite di ‘5 minuti’ di Bruno Vespa, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha confermato che “alcune misure saranno operative subito dopo il Cdm di domani” e spiegato che nel dl rientra l’aumento dei tetti di spesa per le assunzioni del personale che passa dal 10% al 15%. “Dall’inizio dell’anno nuovo”, inoltre, l’idea è di “abolire del tutto” questo tetto di spesa. “Rappresenterebbe un risultato epocale“, ha evidenziato.
Il nodo delle farmacie
Resta il nodo della possibilità, concessa nella bozza dello scorso mese di maggio, di somministrazione presso le farmacie di determinati esami diagnostici e il tema delle prestazioni presso i laboratori privati di analisi cliniche accreditati. Aspetti che dovrebbero confluire nel ddl che finirà all’esame del Parlamento.
“Imbarazzo” delle Regioni: “Non abbiamo potuto vedere nulla”
Sul tema si è tenuto lunedì un incontro presso il ministero della Salute tra i rappresentanti del dicastero e le Regioni. Al termine dello stesso, però, come ha spiegato a LaPresse Raffaele Donini, assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna e coordinatore della Commissione Salute delle Regioni, i rappresentanti degli enti locali hanno espresso il loro “imbarazzo“: “Non è stato fornito alcun contenuto in merito al testo per l’abbattimento delle liste d’attesa”, ha detto Donini. Tra i “titoli” illustrati dal governo anche un possibile maggiore controllo anche delle aziende sanitarie locali da parte della stessa Agenas e dello Stato, “Ma si andrebbe incontro a un conflitto di attribuzione, passando – e lo dico con una battuta – dall’autonomia differenziata all’autonomia nell’indifferenziata”. L’incontro è stato definito ‘cordiale’, ma le Regioni rivendicano un “maggiore coinvolgimento” nel processo decisionale che sia “a monte e non a valle”: “Non possiamo essere chiamati a esprimere solo osservazioni – dice Donini – ma dobbiamo essere coinvolti nella genesi del provvedimento“.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata