Negli anni recenti non sono mancate indagini, dichiarazioni o fotografie scomode che hanno coinvolto esponenti di vari schieramenti

L’ormai ex portavoce del ministro Lollobrigida, Paolo Signorelli, si è autosospeso. La decisione, presa dopo la pubblicazione di alcuni messaggi via chat, del 2019, tra lui e Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, è solo l’ultimo dei tanti casi di portavoce e collaboratori che, in anni recenti hanno ‘inguaiato’ politici con indagini, dichiarazioni o fotografie scomode. L’elenco dei casi, non esaustivo, è assolutamente bipartisan.

Nel febbraio scorso l’allora sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi si dimette. Nel mirino dell’Antitrust erano finite le sue partecipazioni a conferenze, inaugurazioni di mostre, oltre alla vendita di libri. È lo stesso critico d’arte a spiegare che tutto era partito da due lettere anonime di Dario Di Caterino, un ex collaboratore che, dice Sgarbi: “Mi odia perché voleva lavorare per me e io invece non l’ho assunto”.

Nell’agosto del 2023 un post dell’ex responsabile della comunicazione della Regione Lazio, Marcello De Angelis, crea notevole imbarazzo al governatore Francesco Rocca. La bufera scoppia quando De Angelis, che lascerà l’incarico dopo pochi giorni, scrive sui social, a proposito degli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini: “So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e cariche istituzionali”. Nell’agosto del 2022 a dimettersi è Albino Ruberti, allora capo di gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dopo la pubblicazione di un video, risalente a un paio di mesi prima, in cui minacciava in preda all’ira un altro esponente del Partito democratico, Francesco De Angelis, ex europarlamentare e consigliere regionale del Lazio, e suo fratello Vladimiro De Angelis, assicuratore dell’Unipol.

Nel settembre del 2021 esplode il caso Morisi, ideatore per la Lega di Matteo Salvini del sistema di comunicazione web soprannominato la ‘Bestia’. L’addio improvviso viene motivato con “questioni familiari”, ma pochi giorni dopo le dimissioni arriva la notizia di un’indagine per droga che lo vede coinvolto.

Nel 2017 a finire nella bufera è Raffaele Marra, uno dei più stretti collaboratori dell’allora sindaca di Roma Virginia Raggi. Marra si dimette perché accusato di abuso di ufficio per la nomina, poi revocata, del fratello Renato a capo del dipartimento Turismo della Capitale. Lui lascia l’incarico e il processo finisce nel 2023, in Cassazione, con l’assoluzione.

Andando indietro negli anni, è il marzo del 2007 quando nel tritacarne dell’indagine soprannominata Vallettopoli viene trascinato Silvio Sircana, allora responsabile della comunicazione del governo guidato da Romano Prodi. Secondo la procura di Potenza, Sircana è parte lesa in un’inchiesta che porta all’arresto del fotografo Fabrizio Corona per alcuni scatti che ritrarrebbero il portavoce mentre accosta in auto in un viale di Roma, una prostituta transessuale, prima di allontanarsi da solo.

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