Camera, rissa in aula: sospesi 11 deputati. Martedì le opposizioni scendono in piazza

Schlein: "Quello che è successo è di una gravità inaudita". Il 18 giugno la protesta in piazza Santi Apostoli a Roma

Resta alta la tensione alla Camera dopo la rissa di mercoledì in aula mentre era in discussione il ddl sull’Autonomia differenziata. Ieri a Montecitorio non ci sono stati scontri fisici ma il clima si è surriscaldato fin dal mattino, tra proteste dell’opposizione, cori e tricolori esposti in assemblea. I partiti di minoranza intanto si sono uniti e hanno deciso di convocare per martedì pomeriggio una manifestazione in piazza a Roma. E a fine giornata sono arrivate le sanzioni disposte dall’Ufficio di presidenza: 11 deputati sospesi, fino a un massimo di 15 giorni per il leghista Igor Iezzi. Tra i sanzionati c’è anche Leonardo Donno, rappresentante del Movimento Cinque Stelle che è stato aggredito

Donno (M5S): “Farsa sanzioni, al peggio non c’è mai fine”

“Le immagini che sono rimbalzate in questi giorni nelle tv italiane ma anche all’estero valgono più di mille parole. La verità è sotto gli occhi di tutti, come è chiaro che stringere la bandiera del nostro Paese per qualcuno è un oltraggio che lo porta addirittura a indietreggiare. Questo è il centrodestra. Questi sono i ‘patrioti’ che a un gesto pacifico hanno risposto con la violenza. E quando al peggio non c’è mai fine spuntano pure le sanzioni dell’Ufficio di presidenza che hanno messo sullo stesso piano l’aggredito e l’aggressore”, ha scritto Donno su Facebook. “Siamo alla farsa. Forse pensano di fermarci, o di prendere in giro gli italiani. La verità è che non ci fanno paura. Io non mi fermo, il Movimento 5 Stelle non si ferma. Per questo martedì saremo in piazza per dire ‘no’ al folle progetto dell’autonomia differenziata e del premierato. Saremo in piazza con le nostre bandiere tricolore per dire ‘no’ a chi vuole spaccare la coesione e l’unità nazionale”. 

Schlein: “Gravità inaudita”

Prima che inizi la seduta d’aula la segretaria del Pd Elly Schlein ieri ha riunito tutti i parlamentari e ha spiegato che “quello che è successo è di una gravità inaudita. A 100 anni dall’ omicidio Matteotti vedere in aula il segno della Decima Mas e un’aggressione così violenta non è possibile”, e per questo “la nostra opposizione sarà durissima contro riforme che scardinano l’impianto costituzionale del Paese”. Quindi la leader del Pd ha annunciato: “Sentirò i leader delle altre opposizioni per valutare possibili azioni congiunte”. L’azione produce il risultato di compattare le opposizioni nella prima piazza unitaria: Pd, M5S, Avs e +Europa danno appuntamento a martedì prossimo in piazza Santi Apostoli a Roma, perché “dopo le aggressioni fisiche della maggioranza in Parlamento non possiamo accettare che anche il Paese sia ostaggio di questo clima di intimidazioni continue”.

Tensione in assemblea

L’assemblea poi si è aperta tra le proteste della minoranza, che ha contestato il processo verbale che non “riporta quanto avvenuto, che è del tutto evidente: c’è stata un’aggressione. Non può rimanere agli atti che ci sono stati ‘disordini’, c’è stata un’aggressione a un deputato. Non è accettabile che il verbale riporti a ‘disordini'”, ha affermato Federico Fornaro del Pd. Sono seguiti interventi no-stop di altri deputati di opposizione che chiedevano di ‘sospendere la seduta in attesa dei provvedimenti dell’ufficio di presidenza. Ma il presidente di turno Sergio Costa (M5S) ha spiegato che un verbale va approvato prima di procedere. Dunque sono spuntate delle delle bandiere: “Siamo tutti innamorati della bandiera ma cortesemente non esponetela”, ha detto lo stesso Costa. Allora il Pd ha chiesto di votare la rettifica del verbale di ieri, sostituendo la parola “aggressione” con le seguenti: “Aggresione nei confronti del deputato Donno da parte di alcuni deputati di Lega e Fratelli d’Italia”. La proposta è stata bocciata, mentre la Camera ha approvato la formulazione originaria. Dai banchi delle opposizioni si è levato il coro “vergogna, vergogna”. Ma non è che l’inizio. A incendiare gli animi è arrivata la dichiarazione data alla stampa dal vicesegretario della Lega Andrea Crippa, secondo il quale “cantare ‘Bella ciao’ è peggio di fare il gesto della Decima”. Parole riportate in aula dal deputato Riccardi Ricciardi del M5S e che ha riaperto lo scontro: dai banchi dell’opposizione è stata intonata la canzone simbolo della Resistenza e scandito il coro “Fuori i fascisti dal Parlamento”. Costa è stato costretto sospendere la seduta fino alla fine dell’Ufficio di presidenza che si è riunito subito dopo. Presieduto da Lorenzo Fontana, ha visionato i filmati relativi alla rissa e ha convocato 12 deputati coinvolti a vario titolo negli episodi di ieri. Non si sono presentati i leghisti Domenico Furgiuele e Igor Iezzi, oltre a Leonardo Donno del M5S, giustificato dalla prognosi fissata dopo le visite effettuate. “Io sono stato colpito allo sterno. Poi sono crollato per questo. Ovviamente so benissimo chi mi ha colpito. Ho rivisto anche le immagini per accertare il tutto”, è “un deputato di Fratelli d’Italia di cui non faccio il nome” e lo “denuncerò”.

Le sanzioni

“Gli uffici hanno il dovere di fare un’istruttoria abbastanza dettagliata perché gli episodi sono parecchi e tutti censurabili”, è la difesa del capogruppo di FdI, Tommaso Foti, che però sembra stigmatizzare anche l’atteggiamento dei suoi: “Bisogna capire che legittimamente si possono fare delle provocazioni e stupidamente non bisogna accogliere le provocazioni”. La Russa ha parlato di “harakiri” nei giorni del G7. Nel tardo pomeriggio Fontana ha deciso di riaprire la seduta per leggere le sanzioni: 15 giorni di sospensione a Iezzi, sette giorni ad Amich, Cangiano, Furgiuele, Mollicone e Stumpo; quattro giorni a Donno; tre giorni ad Amendola e Candiani; due giorni a Scotto e Stefanazzi. “Tengo a precisare che quanto accaduto nella seduta di ieri, nel suo complesso, debba essere gravemente stigmatizzato”, perché “il confronto politico tra posizioni diverse, anche su questioni politicamente e altamente divisive, non può mai trascendere nello scontro fisico, nell’offesa di altri ovvero nella violenza e quindi, per questo, nella lesione del decoro dell’Istituzione”, ha osservato il presidente della Camera. Le opposizioni attaccano ancora: “L’Ufficio di Presidenza non ha adottato nessun criterio di proporzionalità nel definire le giornate di interdizione dei deputati coinvolti”, secondo il Pd, mentre per il M5S “siamo davanti alle sanzioni più vergognose ma soprattutto più pericolose che questo Parlamento credo abbia mai visto. C’è stata un’equiparazione imbarazzante che apre a dei precedenti come detto molto pericolosi”. Martedì nuovo round in aula, poi la manifestazione in piazza. Si attende un’altra giornata calda.