La premier al termine del vertice in Puglia: "Aborto? Polemica costruita in maniera artefatta"
Il G7 a guida italiana, “senza timore di smentita, è stato un successo”. Nella conferenza che fa calare il sipario sul vertice di Borgo Egnazia, Giorgia Meloni si dice “molto fiera” del risultato finale della due giorni pugliese. La premier ringrazia la “squadra” che ha lavorato dietro le quinte del summit, in primis la sherpa Elisabetta Belloni che “ha curato i negoziati diplomatici molto complessi” che hanno portato poi all’adozione della dichiarazione dei leader. “L’Italia – afferma la presidente del Consiglio – ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di essere all’altezza. Sono davvero orgogliosa di come sia riuscita ancora una volta a stupire e a tracciare la rotta”.
Aborto, Meloni: “Polemica costruita in maniera artefatta”
Insomma un successo che, assicura Meloni, non è stato offuscato né dalle polemiche sui diritti né dal caos registrato nei giorni scorsi alla Camera sull’autonomia. “Non c’è il riferimento alla parola aborto” nel documento conclusivo del G7 “perché abbiamo richiamato le dichiarazioni di Hiroshima in cui era molto chiaro questo passaggio sulla necessità di garantire l’accesso all’aborto libero e sicuro – spiega -. Credo sinceramente che la polemica sia stata costruita in maniera totalmente artefatta e non è esistita nelle discussioni del vertice perché non c’era nulla su cui ci fosse ragione di litigare”.
Diritti Lgbtq+, Meloni: “Passi indietro? Non ne sono stati fatti”
Per quanto riguarda invece il tema Lgbt, “si è detto che si facevano dei passi indietro, invece non sono stati fatti”. “Il governo italiano in questi due anni – rimarca quindi la premier – non ha fatto nessun passo indietro rispetto a quello che è l’attuale normativa in tema di aborto, di diritti agli Lgbt, e compagnia cantante. Le aspettative di alcuni sono state deluse”.
Rissa alla Camera, la premier: “Grave cadere nelle provocazioni”
Sugli scontri a Montecitorio Meloni mette invece in chiaro che non sono riusciti “a rovinare l’ottima riuscita di questo vertice”, ma coglie l’occasione per sferzare i suoi (“trovo molto grave che ci siano esponenti della maggioranza che cadono nelle provocazioni, che prevedo aumenteranno”) e attaccare l’opposizione: “Penso che gli italiani debbano interrogarsi su quale sia l’amore che hanno per la loro nazione esponenti politici che cercano di provocare per ottenere un risultato, dileggiando membri del governo proprio mentre gli occhi del mondo sono puntati su di noi. Quindi per tutti quelli che sono bravi a darci lezioni sul rispetto delle istituzioni, forse se si parte dal rispetto per la propria nazione si arriva anche a un rispetto per le istituzioni, che non ho visto in questi giorni”.
I futuri vertici Ue
Dopo aver chiuso il G7 si apre adesso per Meloni un’altra partita, quella dei futuri vertici dell’Europa. La premier arriverà lunedì a Bruxelles per il doppio appuntamento fissato in agenda: nel primo ci sarà un giro d’orizzonte sui risultati delle Europee, nel secondo si parlerà invece di nomine. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, candidata dai Popolari per il bis, prenderà parte solo al primo round, mentre non sarà presente alla cena informale tra i leader in cui il piatto principale sarà quello dei ‘top jobs’. “Quella sarà la sede per aprire le nostre valutazioni – dichiara Meloni -. Quando arriverà la proposta del Ppe, e vedremo anche quali saranno le valutazioni sugli altri ruoli di vertice, faremo le nostre valutazioni”.
Il ruolo dell’Italia
E i punti che la presidente dei Conservatori mette in chiaro sono due: “Che all’Italia venga riconosciuto il ruolo che le spetta, in termini di competenze delle quali ci si dovrà occupare quando si formerà la Commissione e ci saranno i commissari. E che l’Europa comprenda il messaggio chiaro che è arrivato dai cittadini europei, che chiedono pragmatismo e un approccio meno ideologico”. Sui tempi necessari per sciogliere i nodi, Meloni non si sbilancia. “Aspettare le elezioni legislative in Francia? Per ora non ne abbiamo ancora parlato, ho letto le dichiarazioni di Tajani e mi paiono di buonsenso – spiega richiamando le parole con cui il segretario di FI aveva affermato che potrebbe essere meglio attendere per evitare forzature -. Non è per noi un tema pregiudiziale se venisse posto. Chiaramente ne parleremo lunedì”. Pronto a spingere sull’acceleratore, senza attendere l’esito del voto fissato per il 30 giugno che potrebbe segnare un altro punto a favore di Marine Le Pen, è invece il presidente francese Emmanuel Macron. “Il nostro obiettivo è trovare un accordo rapidamente, lunedì andrò con questo spirito” a Bruxelles. Nessuna voglia di tirarla per le lunghe anche da parte del cancelliere tedesco Olaf Scholz che, in un’intervista rilasciata ai media del gruppo Axel Springer subito dopo il G7, attacca Meloni (“non è un segreto che sia all’estrema destra dello spettro politico”) delineando la road map dei futuri assetti europei: “Ci sono tutte le indicazioni che von der Leyen potrà ricoprire un secondo mandato” e le decisioni sui top jobs saranno prese “molto rapidamente” e “in una volta sola” affinché l’Ue “possa agire”.
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