Ilaria Salis ha fatto parte del movimento di lotta per la casa a Milano. La neo europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, rientrata in Italia da qualche giorno, lo ha fatto sapere con un post su Instagram. “Sì, lo confesso! Sono stata una militante del movimento di lotta per la casa che negli anni ha dato battaglia sul tema del diritto all’abitare, a Milano e in tutta Italia. Se qualcuno pensava di fare chissà quale scoop scavando nel mio passato, è solo perché è sideralmente lontano dalla realtà sociale di tale movimento, che si compone di decine di migliaia di abitanti delle case popolari e attivisti, i quali, per aver affermato il semplice principio di avere un tetto sulla testa, sono incappati in qualche denuncia. Sarebbe auspicabile che l’informazione, piuttosto che gettare fango sul mio conto, si dedicasse al contesto di grave povertà e precarietà abitativa nel quale si ritrovano ampie fasce di popolazione”, ha detto Salis tornata a Monza dopo aver passato oltre un anno un carcere a Budapest, con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra.
“Le pratiche collettive dell’occupazione di case sfitte, il blocco degli sfratti, la resistenza agli sgomberi, gli sportelli di ascolto e la lotta per la sanatoria rappresentano un’alternativa reale e immediata all’isolamento sociale e alla guerra tra poveri, strumentalizzate tanto dalle forze politiche razziste quanto dal racket”. “Dare una risposta concreta al bisogno dell’abitare significa non solo trovare qui e ora una soluzione, benché precaria e provvisoria, ad una questione lasciata irrisolta dalla politica istituzionale, ma anche indicare una prospettiva politica di trasformazione delle condizioni materiali di vita nel segno della giustizia sociale. È con grande orgoglio, dunque, che rivendico di aver fatto parte di questo movimento e di continuare a sostenerlo”, ha aggiunto la parlamentare europea.
“Voglio anche fare chiarezza sulla mia situazione. Come è stato ampiamente sbandierato sui media di destra, Aler reclama un credito di 90mila euro nei miei confronti come ‘indennità’ per la presunta occupazione di una casa in via Giosuè Borsi a Milano, basandosi esclusivamente sul fatto che nel 2008 sono stata trovata al suo interno. Sebbene nei successivi sedici anni (!) non siano mai stati svolti ulteriori controlli per verificare la mia permanenza, né sia mai stato avviato alcun procedimento civile o penale a mio carico rispetto a quella casa, Aler contabilizza tale credito e non si fa scrupolo a renderlo pubblico tramite la stampa il giorno prima delle elezioni”, ha affermato ancora la 40enne parlando dell’Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale. “Un gran numero di individui e famiglie, spesso prive dei mezzi necessari per reagire adeguatamente, sono tormentate da richieste infondate di questo genere. Il totale dei crediti contabilizzati da Aler ammonta infatti a oltre 176 milioni di euro! La pratica di richiedere esose ‘indennità di occupazione’ agli inquilini, basata su presupposti a dir poco incerti, è una strategia utilizzata sistematicamente per spaventare gli occupanti e tentare di fare cassa”.
Aler Milano ha dato “mandato agli avvocati di valutare se il tenore delle suggestioni personali” di Ilaria Salis oggi “diffuse dai media” possano “integrare profili lesivi o diffamatori della propria immagine e reputazione”. Lo fa sapere l’ente regionale gestore delle case popolari a Milano in una nota in cui risponde al post sui social pubblicato da Salis. “La quantificazione e la richiesta di una indennità non è una opzione ma un atto dovuto di buona amministrazione”. “Così come il contrasto all’abusivismo sancito anche da protocolli operativi con la Prefettura, è un preciso compito istituzionale dell’Aler di Milano demandato all’Ente dalla Regione Lombardia”. “Chi occupa una casa toglie un diritto a chi è in graduatoria e l’attende rispettando le regole”, ha fatto sapere l’ente.