Dure le opposizioni. Il Pd: "Meloni sciolga movimento"

Insulti razzisti e antisemiti, linguaggio nostalgico, e anche sberleffi alla senatrice di Fratelli d’Italia Ester Mieli, ex portavoce della comunità ebraica. Con la premier Giorgia Meloni a Bruxelles al Consiglio Europeo, deflagra – di nuovo – il caso Gioventù nazionale, il movimento giovanile di FdI, al centro dell’inchiesta di Fanpage sulla Gioventù meloniana da cui emergono posizioni estremiste anche tra persone che collaborano con parlamentari o dirigenti. Il partito prende le distanze e promette provvedimenti: “Fratelli d’Italia – è intervenuto a caldo il deputato e responsabile organizzazione Giovanni Donzelli – interverrà con grande fermezza nei confronti dei responsabili”.

A bomba esplosa, arrivano le prime dimissioni: per ora, non dal movimento ma dagli incarichi istituzionali ricoperti dalle persone citate nell’inchiesta giornalistica. La prima è Flaminia Pace, presidente del circolo Pinciano di Gioventù nazionale, che su invito diretto ha lasciato la scorsa settimana – anche se è stato reso noto solo oggi – l’incarico che ricopriva nel Consiglio nazionale giovani (organo consultivo istituito per legge a cui è demandata la rappresentanza dei giovani nella interlocuzione con le Istituzioni). Poi si dimette Elisa Segnini, capo segreteria della deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli.

Ma per le opposizioni non basta: chiedono parole chiare da Meloni e che Gioventù nazionale venga sciolta. “Totale e ferma condanna verso ogni forma di razzismo e antisemitismo”, arriva dal presidente del Senato Ignazio La Russa, tra i fondatori di FdI, che esprime “solidarietà alla senatrice e amica Ester Mieli, vittima di frasi inaccettabili da parte di alcuni militanti di Gioventù Nazionale. Frasi – aggiunge La Russa – che vanno contro i valori del nostro partito”. Anche per la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, “non c’è spazio per le frasi aberranti che ho sentito. La giovane età è una giustificazione fino a un certo punto” e “sono felice che il partito a cui appartengo e che conosco da tanti anni abbia deciso di dire che per questo non c’è spazio. Quello che ho visto mi ha profondamente deluso, non ci rappresenta”, continua, e “la storia che io ho vissuto, e che ha visto come capo di quel mondo il presidente del Consiglio, è una storia in cui non c’è mai stato spazio per l’antisemitismo, per il razzismo”.

Non c’è posto per chi ha tali posizioni, risponde anche il capogruppo alla Camera Tommaso Foti, “state tranquilli che in Fratelli d’Italia chi sbaglia paga”. Andrà verificata l’iscrizione a FdI e i probiviri del partito giudicheranno la compatibilità con il partito. “Quelli li cacciamo, non è un problema. Non abbiamo mai avuto grande tolleranza su questi fenomeni. Ce n’è molta di più a sinistra, ma ci si accanisce sempre su di noi. Servirebbe analogo trattamento”, afferma un big del partito di via della Scrofa, senza rinunciare a mettere nel mirino anche il lavoro di Fanpage “perché questi filmati sono anche montati in maniera confusionaria, magari c’è l’intelligenza artificiale, non sono veri, oppure le immagini sono vecchie”.

L’inchiesta riporta affermazioni del tipo: “Il nero sta bene su tutto tranne che sulla pelle”. Oppure, dice un altro militante romano, “gli ebrei sono una casta, campano di rendita in virtù dell’Olocausto. Sono troppi, io li disprezzo come razza“. “Non ho mai smesso di essere razzista e fascista”, si vanta Segnini, inconsapevole di essere registrata, e di Ilaria Salis aggiunge: “Vado apposta a Budapest, a fare festa, vado con Orban e gli dico deve marcire in galera con i topi e con i ratti, che le mangiano le dita dei piedi”. E Flaminia Pace, secondo Fanpage, ironizza sul fatto che pochi minuti prima di scrivere un comunicato a sostegno della senatrice Mieli era “a prendersi per il culo sulle svastiche“. “Esiste un limite che non è superabile, che è quello dell’antisemitismo – chiarisce e contrattacca Donzelli – un germe pericoloso e contagioso che è tornato e sta tornando in Italia, soprattutto a sinistra, nei centri sociali”.

A sua volta il Partito Democratico incalza la premier: “Non può far finta di nulla di fronte alla violenza verbale, compresa quella verso la nostra segretaria Elly Schlein. Qui non si tratta di ‘pochi militanti'”. Per i dem Meloni può trarre una sola conseguenza, come sottolinea il deputato Gianni Cuperlo: “Sciogliere l’organizzazione giovanile del suo partito“.

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