“Chiamarlo svuotacarceri è un po’ improprio. Era previsto nel precedente Consiglio dei ministri e poi è stato arricchito di altri provvedimenti sempre migliorativi. Sono certo che andrà entro la fine del mese al Consiglio dei ministri. Non sarà sicuramente uno svuotacarceri nel senso di aprire le porte per alleggerire la popolazione carceraria, che pure costituisce un problema. L’alternativa che noi proponiamo va in varie direzioni, prima di tutto consentire di scontare le pene per i reati minori e anche per i tossicodipendenti in strutture diverse da quelle carcerarie, soprattutto in comunità. Questa è la nostra grande sfida”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a margine dell’inaugurazione della sede di Milano del Tribunale unificato dei brevetti.
“Dobbiamo lavorare molto sulle comunità sia per i detenuti per reati minori sia per i tossicodipendenti che molto spesso sono più malati che criminali. Poi quella di far scontare la pena agli stranieri nei loro Paesi di provenienza. Noi abbiamo quasi 20mila reclusi stranieri. Se riuscissimo anche solo per la metà a concludere accordi con i Paesi di origine per far scontare lì le pene, avremmo già quasi risolto il problema. Da ultima ma non ultima – ha aggiunto – la carcerazione preventiva. Abbiamo circa il 20% di persone in attesa di giudizio e molte di queste alla fine statisticamente vengono assolte, quindi la loro carcerazione si rivela ingiustificata. Il dl Nordio, quello dove è compreso l’abuso d’ufficio, comprende anche una rivoluzione sull’ordinanza di custodia cautelare che sarà emessa da un organo collegiale previo interrogatorio di garanzia del deputato. Quindi, limiterà molto la carcerazione preventiva e anche questo sarà un modo di alleggerimento. Naturalmente anche qui è illusorio pensare che possa accadere da un momento all’altro, però la via è stata tracciata e già da un po’ inizieremo a vedere i benefici”.
“La capacità carceraria del nostro Paese è sempre stata costruita e ideata tenendo conto di una minoranza molto notevole di detenuti minori. Poi improvvisamente ci siamo trovati di fronte quasi a un’invasione di minorenni che vengono soprattutto da altri Paesi“, ha spiegato poi Nordio durante l’evento ‘Oltre le sbarre, la vera verità. Comunità minorili penali per un’integrazione reale e inclusiva’, a Palazzo Lombardia. “Molto spesso le organizzazioni criminali – ha aggiunto – inseriscono in queste barche molti minori, che vengono anche per motivi sciagurati inseriti sulle barche, per provare la pietà ed esercitare una sorta di ricatto morale. Alcuni di questi vengono accolti, altri vengono lasciati a se stessi e talvolta sono quasi costretti a delinquere, si dedicano alla microcriminalità. Questo ha creato una situazione del tutto nuova ed emergenziale. Noi abbiamo già da sempre il problema del sovraffollamento delle carceri, una situazione che si è sedimentata negli anni ed è difficile risolvere in pochissimo tempo anche se abbiamo una strategia. Ma questa situazione delle carceri per persone maggiorenni è addirittura esasperata per quanto riguarda i minorenni. C’è stato un aumento esponenziale di ‘ospiti’ detenuti”.
“Vi sono giustificazioni più che ragionevoli per la detenzione. Questa presenza negli istituti di minori se non è necessitata, è certamente giustificata da provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Questo – ha detto ancora Nordio – ci ha colti impreparati, se non proprio sorpresi. Si sarebbe dovuto prevedere negli anni passati questo aumento quasi esponenziale, parlo anche dei precedenti governi. La costruzione di ambienti per accogliere i minori non è poi così facile, anzi è estremamente difficile. Vi sono vincoli urbanistici, burocratici, culturali e psicologici. Il sistema carcerario minorile è ancora più delicato. E allora cosa fare? Tenendo presente che il principio del garantismo inteso come certezza della pena impedisce il perdonismo ingiustificato, tutte le volte che sono state fatte amnistie entro pochissimo tempo il problema si è riproposto”. Il ministro ha poi osservato: “Da un lato occorrono strutture adeguate, ma occorrono anche e forse di più delle strutture di risorse umane, personale adeguato nel numero e specializzato, supportato anche da personale in grado di dare aiuto psicologico”. Rimarcando anche: “La mia fondamentale parola d’ordine per tutti i detenuti, e ancora di più per i minori, si chiama sport e si chiama lavoro. Lo sport non è solo disciplina ma è sfogo delle energie compresse. Poi c’è il lavoro, che libera anche la personalità, la fantasia e quindi anche l’aspetto buono dell’individuo”.