L’Aula della Camera ha dato il via libera, con 148 sì, 71 no e un astenuto, al disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale. Il Dl Agricoltura, già approvato dal Senato, è legge.
“Siamo davanti all’ennesima fiducia, che non sarà l’ultima, su un provvedimento fondamentale per il Paese nel solco di un metodico svilimento della democrazia parlamentare. Votiamo in realtà su un decreto omnibus che non dà risposte strutturali al comparto agricolo che soffre da troppo tempo: l’emergenza climatica e la peste suina non sono arrivate adesso ma voi continuate a rincorrerle tardivamente. E solo adesso vi accorgete della siccità che attanaglia le regioni del sud dopo l’inefficacia dei 14 mesi di commissariamento che non hanno prodotto risultati apprezzabili”, ha dichiarato la deputata dem Antonella Forattini, esprimendo il voto contrario del Pd alla fiducia posta dal governo sul Dl Agricoltura.
“Al provvedimento – continua Forattini – manca il coraggio di proteggere la redditività delle imprese e a mantenere alto il ‘made in Italy’ nel mondo. Tutti gli interventi si susseguono sull’onda della cronaca quotidiana e sulle leve del consenso e non affrontano strutturalmente gli stravolgimenti legati ai cambiamenti climatici. Manca inoltre dell’aspetto preventivo che da un lato acuisce i gravi ritardi per gli aiuti alle colture colpite da patogeni o calamità e dall’altro non combatte la concorrenza selvaggia che stravolge i meccanismi del giusto prezzo e non garantisce giusti salari. Non incide sulla lotta al caporalato che deve essere essere contrastato con la piena attuazione della legge Martina Orlando e il superamento della Bossi Fini che non permette una presenza regolare dei lavoratori emigrati nelle nostre campagne”.
“Questo decreto ha la caratteristica di un omnibus in miniatura. Ci troviamo di tutto: dall’Agricoltura alla pesca, dai vigili del fuoco alle aree di crisi piuttosto che l’ex Ilva. L’apposizione della fiducia è assolutamente immotivata. Si conferma poi un problema di rapporti tra esecutivo e Parlamento: il Parlamento avrebbe il compito di legiferare ma ormai non svolge più questa funzione, ridotto al ruolo di passacarte, con anche gli ordini del giorno stravolti. L’imbarazzo è forte in tutti i gruppi, pure in quelli di maggioranza”, ha detto Daniela Ruffino, deputata di Azione-Per, annunciando il voto contrario del Gruppo alla questione di fiducia posta dal Governo sul Dl Agricoltura.
“Nel merito – ha aggiunto – il provvedimento prevede grandi opere contro la siccità ma solo per alcune regioni: Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto. Manca una strategia idrica nazionale per la ricerca di soluzioni in termini di ottimizzazione e gestione della risorsa idrica. Mancano le azioni meno costose e più velocemente realizzabili, come la costruzione di vasche di accumulo dell’acqua piovana. Manca una tutela reale delle piccole imprese, quelle che combattono contro la brucellosi, la xylella, la peste suina, alle prese con una burocrazia che porta via loro tempo e risorse. Mancano controlli contro la piaga del caporalato, lo sfruttamento, l’assenza di tutele, e per il rilancio di un’Agricoltura etica e solidale. Insomma – ha concluso Ruffino – si conferma l’assenza di una strategia nel governo con un provvedimento che non risolve le principali criticità”.