L’attuale formulazione presenta dei profili di illegittimità costituzionale

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in sede di Conferenza Stato-Regioni, “ha espresso parere negativo a maggioranza al decreto legge sulle liste d’attesa in sanità e in particolare sull’articolo 2, in quanto inficia le competenze regionali, chiedendone la sua riformulazione“. Lo rende noto la stessa Conferenza delle Regioni.

“Le Regioni e le Province Autonome valutano che l’attuale formulazione, ove non emendata, presenti dei profili di illegittimità costituzionale e considerano quantomeno necessaria una riscrittura condivisa di questo articolo che, nel prevedere lo svolgimento dei monitoraggi e dei controlli delle prestazioni sanitarie sulla base di dati raccolti nella Piattaforma nazionale delle liste di attesa di cui all’articolo 1, abbia un chiaro riferimento nella collaborazione interistituzionale e nel rispetto delle rispettive competenze istituzionali: lo Stato controlla le Regioni, le Regioni controllano le Aziende sanitarie e si confrontano con il livello ministeriale – si legge nel documento consegnato in sede di Conferenza Stato-Regioni -. Non è condivisibile che gli esiti delle verifiche costituiscano elementi di valutazione del Ministero della Salute ai fini dell’applicazione di misure sanzionatorie e premiali nei confronti dei responsabili regionali o aziendali, inclusa la revoca o il rinnovo dell’incarico in quanto tale valutazione rientra nelle competenze regionali”. 

Schlein: “Disfatta che certifica ennesimo fallimento governo”

“Doveva essere il decreto che risolveva il tragico problema delle liste d’attesa nella sanità pubblica. È diventato il decreto che le regioni bocciano perché è vuoto e privo di risorse e su cui si spacca la maggioranza, con la Lega che presenta emendamenti che vogliono cancellare intere parti del testo. Mentre infatti questo governo da una parte sventola la bandiera dell’autonomia differenziata che cristallizza le differenze tra regioni più ricche e più povere, dall’altra presenta un decreto che accentra i poteri e le regole sulle liste d’attesa, senza metterci un euro. Davvero un bel capolavoro che certifica l’ennesimo fallimento del governo”. Così in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein.

Conte: “Slogan si schiantano su realtà e Meloni pensa ad armi”

“Mentre la presidente del Consiglio è attivissima in queste ore sul dossier della corsa al riarmo, i cittadini rimangono in fila nei pronto soccorso, per gli esami, per le visite. Vi ricordate la propaganda prima delle Europee sul provvedimento per abbattere le liste d’attesa? Passato il voto, gli slogan si schiantano contro la realtà, denunciata ora anche dalle Regioni, molte di centrodestra: non ci sono finanziamenti e risorse vere per abbattere le liste di attesa nei provvedimenti del Governo Meloni. Il programma è chiaro: il diritto alla salute può attendere, si metta in coda”. Lo scrive sui social il leader M5S Giuseppe Conte.

Lega: “Governo cerchi mediazione con Regioni”

“La conferenza delle Regioni è stata determinata, con quasi tutti, tranne il Lazio, allineati nel mettere in luce le criticità dell’articolo 2” del decreto sulle liste d’attesa che istituisce un organismo di verifica e controllo presso il ministero della Salute, “e hanno fatto delle proposte per migliorare quello che l’articolo 2 propone, cioè che ci siano controlli seri sulle liste d’attesa. L’auspicio è che il governo prenda in mano la situazione cerchi di trovare una mediazione“. Così a LaPresse il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, dopo che la Conferenza delle Regioni ha bocciato il decreto sulle liste d’attesa. Il decreto è atteso in Aula al Senato la prossima settimana. “I tempi sono stretti, ma si può sempre trovare una soluzione. Come? Ad esempio – osserva – il relatore potrebbe presentare un emendamento”. Approvare il suo emendamento soppressivo dell’articolo 2? “Il mio soppressivo è lì per porre il tema. La ragionevolezza e il dialogo devono proporre soluzione giusta”, conclude. 

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