Strage via D’Amelio, Mattarella: “Impedita sottomissione della società, ora testimone è nelle nostre mani”

Il presidente della Repubblica: "Ha costituito l’apice della strategia terroristica condotta dalla mafia"

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda la strage di via D’Amelio, a Palermo, del 19 luglio 1992. Quel giorno morirono il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. “La tremenda strage di via D’Amelio, 57 giorni dopo l’attentato di Capaci, ha costituito l’apice della strategia terroristica condotta dalla mafia. Con atti spietati di guerra, si voleva piegare lo Stato e sottomettere la società. Le Istituzioni e i cittadini lo hanno impedito. Gli assassini a capo dell’organizzazione criminale sono stati assicurati alla giustizia, il sacrificio di chi ha difeso la legalità e la libertà è divenuto simbolo di probità e di riscatto. Ora il testimone è nelle mani di ciascuno di noi”, ha detto il capo dello Stato. 

Non sono mancati i messaggi anche da parte di altri rappresentanti istituzionali, dalla premier Giorgia Meloni al presidente del Senato Ignazio La Russa, passando per la ministra Daniela Santanchè e il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte. 

Meloni: “Combattere per società libera da paura e dall’oppressione della mafia”

“Il governo italiano è fortemente impegnato nel contrasto alla criminalità organizzata. Per noi la lotta alla mafia è una priorità assoluta, e non smetteremo mai di combattere per una società libera dalla paura e dall’oppressione mafiosa”, ha scritto la presidente del Consiglio su X. “La loro eredità ci spinge a rinnovare il nostro impegno nella costruzione di una società più giusta e sicura. L’Italia non dimentica”.

“Oggi ricorre il 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio, un giorno che ha segnato profondamente la nostra Nazione. Ricordiamo con rispetto e commozione il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano e Claudio Traina, che hanno sacrificato la loro vita nella lotta conto la mafia”. “Il loro coraggio e il loro impegno per la giustizia e la legalità rimangono un faro di speranza e determinazione per tutti noi. È nostro dovere onorare la loro memoria continuando a combattere ogni forma di criminalità e difendere i valori di giustizia e libertà per i quali hanno dato la vita”, ha aggiunto la premier. 

La Russa: “Eredità Borsellino bene tra onorare e tramandare”

“Oggi, 19 luglio, con le nostre emozioni e la nostra memoria, siamo tutti in via D’Amelio“, ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa in un post su Facebook. “Ricorre il trentaduesimo anniversario della scomparsa di Paolo Borsellino, un valoroso italiano che ha affrontato con fermezza la criminalità organizzata, dedicando la sua vita al servizio della collettività. Il suo esempio è presente in ognuno di noi e continua a essere un faro per chi crede nella giustizia e nella legalità. Quel tragico 19 luglio 1992, insieme a Borsellino, persero la vita gli agenti della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Rivolgiamo un commosso pensiero a loro e a tutti coloro che, ispirati dal loro sacrificio, servono la Nazione con dedizione, difendendo i valori fondamentali di libertà e sicurezza. L’eredità di Paolo Borsellino è un bene prezioso che abbiamo il dovere di onorare e tramandare“, ha aggiunto. 

Santanchè: “Obbligo mantenere viva la memoria”

“Abbiamo l’obbligo di tenere sempre viva la memoria di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta: sono loro i veri eroi che ogni giorno devono ispirare le nostre azioni e l’educazione di generazioni presenti e future”, ha affermato la ministra del Turismo Daniela Santanchè. 

Conte: “Borsellino un gigante, mai farsi scoraggiare in lotta mafia”

“‘Non cambierà mai niente’. ‘Ecco un altro professionista dell’antimafia’. ‘Lasciate stare, non si prendono voti sulla lotta alla mafia e alla corruzione’. Questo si sente dire oggi chi si impegna e lotta contro gli interessi delle mafie, contro il malaffare e la corruzione, contro le leggi che creano autostrade per i clan. Farsi scoraggiare non deve essere mai un’opzione per un popolo come il nostro, che ha avuto un gigante come Paolo Borsellino, ucciso – insieme agli agenti di scorta – dalla mafia per i suoi valori, la sua abnegazione, il suo senso di giustizia”. Così il presidente M5s Giuseppe Conte ricorda, in un post su X, Paolo Borsellino nell’anniversario della strage di via d’Amelio. “Abbiamo il dovere di ricordarci ogni giorno chi sono i veri eroi, chi sono i veri esempi e non mollare mai la ricerca della verità e del giusto contro la prepotenza e l’arroganza dell’illegalità”.