Santalucia: "Non sarà democraticamente tollerabile"
Con la riforma della separazione delle carriere “si rafforza nell’immediato il pubblico ministero: se oggi i pm hanno 5 componenti in Csm su 30, diventeranno 20 su 30 con la riforma e quindi con una capacità molto più forte di incidere sulle carriere. E tutto questo avrà una ricaduta: si rafforza il pubblico ministero quando si dice di voler rafforzare il giudice. Ma così lo si rende più debole. E bisognerà riequilibrare, perché non sarà democraticamente tollerabile. Il passo successivo sarà quindi la necessità di introdurre dei controlli, e quindi la magistratura inquirente finirà, secondo me, inevitabilmente, per finire sotto il controllo del governo“. Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, in audizione alla commissione Affari costituzionali della Camera, nell’ambito dell’esame dei progetti di legge recanti modifiche all’articolo 87 e al titolo IV della parte II della Costituzione in materia di separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura, e istituzione della Corte disciplinare.
Cassano: “Separazione carriere dannosa per cittadino”
Per quanto riguarda la riforma della separazione delle carriere “un primo profilo è costituzionale: da un punto di vista metodologico è fondamentale che i principi che sono in Costituzione non siano valutati in maniera frazionata. Interrogarci sul ruolo del pm significa innanzitutto considerare il rispetto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. I principi di indipendenza e imparzialità del pm sono fondamentali. La separazione delle carriere si pone in netto contrasto con le ultime norme approvate, a partire da quella del 2022, la riforma Cartabia, che prevede che per i reati meno gravi, come danneggiamento o guida in stato di ebbrezza, fin dalla fase delle indagini preliminari possano essere promosse dal pm sanzioni, per un superamento della prospettiva carcerocentrica. Si chiede cioè al pm l’assunzione di funzioni e responsabilità che prima non aveva, avvicinandolo alla sensibilità del giudice. Inoltre ha previsto il rafforzamento di una serie di garanzie fondamentali a tutela della completezza delle indagini, per non comprimere i diritti fondamentali della persona. La riforma ha voluto proiettare il pm in questa nuova dimensione che lo avvicina al giudice, e se ora” con questa nuova riforma “si distacca il pm dal resto della magistratura, ci sarà un unico danneggiato, il cittadino. Il pubblico ministero sarà fatalmente attratto verso ruoli investigativi, e questi sono aspetti negativi. Infine, si dice che in Francia e Spagna è così, ma si dimentica che in quei Paesi il ruolo di indagine non lo svolge il pm, ma il giudice istruttore, che fruisce di tutte le garanzie di autonomia e indipendenza proprie del giudice”. Lo ha detto Margherita Cassano, Prima Presidente della Corte di Cassazione, in audizione alla commissione Affari costituzionali della Camera nell’ambito dell’esame dei progetti di legge recanti modifiche all’articolo 87 e al titolo IV della parte II della Costituzione in materia di separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura, e istituzione della Corte disciplinare.
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