I commenti dopo le dimissioni di Giovanni Toti con le elezioni previste nei prossimi tre mesi
Si infiamma il dibattito politico dopo le dimissioni del presidente della Liguria, Giovanni Toti, con i liguri chiamati alle urne entro i prossimi tre mesi. Sulla questione è intervenuto anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in una lunga intervista alla Stampa. “Mettere Toti nella condizione di scegliere tra le dimissioni e l’uscita dagli arresti domiciliari rappresenta un tentativo di condizionare il voto dei liguri”, ha detto Tajani al quotidiano Torinese. Il leader di Forza Italia condivide l’affondo del collega Carlo Nordio sul comportamento “anomalo” di una parte della magistratura che in Liguria “ha provocato le elezioni anticipate”.
Vicenda che condiziona il voto
Quella di Toti “è una scelta personale, ma ciò che mi preme dire è che questa vicenda rischia di condizionare il voto dei liguri. Per come si è messa la questione, costringendo alle dimissioni Toti, mettendolo dinanzi alla scelta tra dimettersi oppure restare ai domiciliari”. Poi Tajani fa un’ipotesi: “E se Toti al processo sarà assolto? Cosa accadrebbe? Dinanzi all’idea che un arrestato è automaticamente colpevole, noi ribadiamo il nostro essere garantisti. Invece in questo caso si è deciso di sbattere il mostro in prima pagina“. “Qui il problema è il tentativo di condizionare il voto dei cittadini. Doloso o colposo non lo so, ma la magistratura in questo modo ha provocato le elezioni anticipate. Sono d’accordo con Nordio quando dice che si tratta di un’anomalia. Non è Toti a dover dimostrare di essere innocente ma i giudici che devono dimostrare che è colpevole. In questo caso invece mi sembra che ci troviamo davanti a una forzatura”, aggiunge. Sulle ipotesi rispetto al candidato presidente in Liguria: “Dobbiamo trovare un candidato vincente. A me non dispiacerebbe un civico ma non ho certo pregiudizi nei confronti di candidati politici”. Delle fibrillazioni nell’esecutivo sull’autonomia differenziata dice: “Non ho litigato con nessuno, ma è vero che ho insistito sul tema dei Livelli essenziali di prestazioni e sulla necessità di assicurare le giuste garanzie a ogni territorio. Un altro tema delicato è quello delle materie ‘non Lep’ che potrebbero essere assegnate alle singole regioni con accordi specifici”.
Rixi: “Non mi candiderò, non intendo cambiare idea
Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha invece parlato in una intervista al ‘Corriere della Sera’. “Non mi candido. E non cambierò idea al riguardo”, ha detto il leghista che ha poi aggiunto: “La politica non è certo la società civile. Mica vota. E quanto al centrodestra ligure, nelle ultime tornate amministrative per troppe volte non ha mostrato unità di intenti”, spiega Rixi, sottolineando che “io rappresento un governo in carica, che deve andare avanti in ogni caso. Non posso essere sempre l’unico nome sul tavolo. Se il centrodestra ligure non ha nessuno oltre a me, significa che c’è un problema grosso”. Nei giorni scorsi, ‘Dagospia‘ citava un accordo tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini sul suo nome: “Che io sappia, non c’è nessun accordo del genere, che per altro sarebbe stato siglato contro la volontà del diretto interessato”. Rixi poi ribadisce: “Al ministero delle Infrastrutture cerco di risolvere il problema delle concessioni autostradali e mi occupo delle opere pubbliche bloccate o ferme, e del settore marittimo: questo è il mio compito. E non sono abituato a lasciare le cose a metà. Se mi dicono che non è una priorità, ne prenderò atto. Ma senza cambiare idea. Non ritengo opportuna la mia candidatura. E non so più come dirlo”. Inoltre spiega: “Se si fosse votato tra un anno e mezzo, a scadenza dell’attuale legislatura, ci avrei pensato. Oggi sarei solo una pezza a colori per tamponare una situazione di emergenza. Quindi, cercherò di continuare a lavorare per amministratori pubblici come il sindaco di Genova Marco Bucci, che giovedì nonostante i suoi problemi di salute era a Roma per difendere le infrastrutture della Liguria. A questa gente, io devo dare una mano. Se vado via, chi seguirà queste cose?”. Secondo il viceministro “siamo davanti a una situazione pensata per creare a freddo un problema Liguria che prima non c’era. Una campagna elettorale difficile e avvelenata come quella ligure, va fatta partendo dal basso. Per favorire questo processo, mi tiro fuori. Anche perché le indiscrezioni sul mio nome fanno pensare ad accordi predeterminati, e questo non crea certo serenità nell’elettorato di centrodestra, che invece deve credere in un progetto solido”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata